Province: Per il vice presidente dell'Ars, Luisa Lantieri “Il vero grande problema è abolire il prelievo forzoso che le ha portate al lastrico"

Il vice presidente dell'Ars ha assicurato il suo impegno per una riforma "pensata con la testa e non con la pancia"

Riscrivere la norma che reintroduce le Province siciliane e che riforma quelle nazionali è la partita su cui oggi si gioca il vero e tanto atteso rilancio di questi enti intermedi. Per evitare i pasticci compiuti 10 anni fa, con conseguenze devastanti per i territori, alla politica si chiede la massima attenzione, non solo sull'aspetto della rappresentatività politica ma anche sulla prospettiva economico finanziaria di questi sulla quale ripartire. Ne parliamo con il vice presidente dell'Ars, l'onorevole Luisa Lantieri, che dal suo osservatorio privilegiato e forte della sua esperienza politica maturata all'interno di questi, può fornire un valido contributo al dibattito.   

Oggi assistiamo a un ritorno di fiamma per le ex Province. Dieci anni fa erano, infatti, diventate il bersaglio di una politica che le aveva barattate dandole in pasto a un’opinione pubblica che bramava la loro cancellazione. Sembrava essere diventata questa la soluzione a tutti i problemi del Paese, con in testa il Governatore Crocetta che se ne fece paladino e che le inabissò per primo. Oggi le Province sono ridotte a brandelli, lasciando macerie nei territori. Forse ci si è resi conto che un ente intermedio è indispensabile quale collettore tra i Comuni e la Regione?

“Il momento in cui vennero abolite le Provincie era un momento particolare. Mi riferisco innanzitutto all’ondata dei grillini, secondo i quali bisognava abolire tutto, e risparmiare su tutto, senza porsi il problema di quali sarebbero state le conseguenze con riferimento alle competenze, per esempio, o ai servizi per il cittadino. Nelle cose che ho fatto ci ho messo sempre la faccia ed anche in quell’occasione votai contro l’abolizione. Ritengo che le riforme vadano fatte con la testa e non con la pancia, ascoltando il territorio. Oggi, come allora, mi sono sempre posta il problema del personale e di tutte quelle che sono le competenze fondamentali che spettavano alle Provincie come le scuole, la viabilità e i disabili. Negli anni sono stati proprio questi i settori più penalizzati, ho avuto ragione.”

Le Province di fatto non furono abolite, furono soltanto depredate delle loro risorse con scellerati tagli orizzontali privandole della loro identità istituzionale. Chi è rimasto ha dovuto fare i conti con l’indifferenza e con un silenzio assordante che ha reso la sopravvivenza di questi Enti quasi un fatto eroico. Ora bisogna ricominciare da zero con un’elezione diretta del Presidente e del consiglio Provinciale, per poi passare subito alla macchina organizzativa, oggi in un grosso affanno e terribilmente carente. Sono troppo pochi i dipendenti rimasti, e troppe le sfide a cui questi Enti sono chiamati, prima fra tutti la grossa opportunità offerta dal Pnrr. Come si fa a ricominciare senza risorse?

“Il PNRR rappresenta, soprattutto dopo il COVID, l’unica prospettiva positiva e indispensabile per ripartire. Ad oggi è lo strumento più importante. Un’occasione che non può essere persa e, anche su questo tema, ho più volte ribadito la carenza di personale all’interno dei Comuni e delle Province. Mancano i progettisti, coloro che intercettino concretamente i fondi e realizzino i progetti. Per questo motivo ho inserito in finanziaria un emendamento che destina 200.000 euro ad un fondo progettazione. Intercettare i fondi del PNRR e non perderli è fondamentale.”

L’Ente ha salutato positivamente il ritorno della rappresentanza politica ma tutto ciò potrebbe risultare vano se le Province non vengono liberate da quel fardello che si chiama prelievo forzoso, istituito come contributo alla spesa pubblica. Lo Stato in questi anni ha preteso da questi Enti, disastrati e molti dei quali caduti in default, un contributo spropositato e irrazionale. La Provincia di Enna ha contribuito e continua a farlo con un prelievo di 10 milioni di euro, che in alcuni anni ha superato di fatto l’ammontare del bilancio complessivo, tanto che è stato impossibile chiuderlo. Cancellarlo, o quanto meno ridurlo, riparametrandolo alle concrete e reali entrate di ciascuna provincia, derivanti dalle Rca, sarebbe fondamentale prima che si attivi l’iter parlamentare. Ritiene di rappresentare questo problema?

“Il vero grande problema è abolire il prelievo forzoso che ha portato le Province al lastrico. Quando ero Assessore ho scongiurato più volte il pericolo che l’ente andasse in dissesto, permettendo la stabilizzazione dei precari. Ricordo infatti che è stato proprio grazie ad un mio intervento normativo che siamo riusciti a stabilizzare i precari dell’ex Provincia.”

I dipendenti delle Province chiedono di avviare un tavolo coinvolgendo la rappresentanza politica e sindacale per evitare di trovarsi con un altro pasticcio e per risolvere le tante criticità che in questi anni sono venute alla luce. Promuovere una iniziativa che parta dalla Provincia più piccola coinvolgendo tutte le altre sarebbe auspicabile? Il nostro territorio d'altronde in passato ha ampiamente dimostrato di sapere essere compatto a difesa del territorio.

“ Non ci sono dubbi: moltissime riforme sono partite dalle Province certamente una riorganizzazione del personale è ormai improrogabile ed i sindacati hanno un ruolo fondamentale.”

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Categorie: La Provincia, PoliticaNumero di visite: 488

Tags: Luisa Lantieri prelievo forzoso province

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