Il problema dei precari è per i sindaci una vera e propria emergenza, che di certo non fa dormire sonni tranquilli. E' una problematica che contempla in sè due aspetti entrambi prioritari. Da un lato quello economico e sociale da garantire a tutela e a difesa della dignità di questi lavoratori, che dopo oltre vent'anni non si possono liquidare senza alcuna possibilità concreta; dall'altro il mantenimento dei servizi erogati dagli enti locali, molti dei quali affidati negli anni ai precari.
Le piante organiche degli enti locali per i vari vincoli di spesa non sono, da tempo, adeguate, con la conseguenza che a reggere molti servizi sono i lavoratori a tempo determinato.
La situazione rischia così di implodere qualora il Governo regionale non riesca a pianificare in maniera fattibile la stabilizzazione garantendo nelle more la proroga.
Su invito del sindaco di Catenanuova, Aldo Biondi, si è tenuto un incontro con i sindaci del territorio ennese e dell'unione interprovinciale dei comuni " Corone degli Erei" per fare sentire forte la loro protesta e la loro difficoltà ad intervenire nella soluzione del problema.
Hanno sottoscritto un articolato ordine del giorno con il quale oltre a fotografare la reale situazione chiedono concretamente " la deroga ai vincoli vigenti sulla spesa del personale, sul patto di stabilità, in modo da tutelare i diritti e le prerogative dei lavoratori precari degli Enti Locali siciliani, senza alcuna interruzione dei rapporti di lavoro già in essere".
Questo il testo integrale.
"Si ripropone, ancora una volta, a distanza di oltre 20 anni, il dramma sociale ed umano dei lavoratori precari degli Enti Locali siciliani che, in attesa di una definitiva stabilizzazione, hanno introiettato nei volti e nei comportamenti una rivolta mista a disperazione e ad una voglia di continuare a battersi con determinazione per il conseguimento dei propri diritti.
Si è continuato, purtroppo, per lungo tempo a perpetuarsi un’incapacità a prospettare una soluzione politica, in grado di tracciare una prospettiva di fuoriuscita, a breve e medio termine dal precariato anche al fine di superare tra i lavoratori il permanere di disparità di trattamento e di diritti contrattuali nei posti di lavoro dei vari Enti. Piuttosto si è continuato a incrementare un ulteriore precariato creando una sorta di “bacino” più grande con il moltiplicarsi del disagio e di aspettative ulteriori da cui è prevalso prevalentemente un’impostazione perversa di poter attingere ai fini elettorali.
Non si è cercato, innanzitutto, di trovare le soluzioni più appropriate per evitare una mera continuità di contratto di lavoro flessibile per esigenze permanenti legate al fabbisogno ordinario dei servizi.
Le contraddizioni, sostanzialmente hanno determinato pesanti riflessi, sia verso quanti in questi anni con puntualità hanno espletato servizi e mansioni in settori fondamentali dell’Ente Locale (area servizi sociali e scolastici, area finanziaria e amministrativa, lavori pubblici, vigilanza urbana, ecc), sia verso quanti potevano aspirare ad un ingresso nella Pubblica Amministrazione.
Una tale situazione di incertezza ha pesato enormemente sulla capacità di definire, in modo ottimale, un assetto amministrativo e burocratico specie negli Enti Locali che, tra l’altro, si trovano sempre più in difficoltà con l’aggravarsi della crisi sociale, dei vincoli di legge e della mancanza di risorse.
Si deve sottolineare con grande preoccupazione che gli Enti Locali devono fronteggiare l’accrescersi di ulteriori competenze, già gestite a livello nazionale e regionale, in ulteriori servizi da erogare senza prevedere un contestuale trasferimento di risorse finanziarie per essere in grado di ottemperare adeguatamente alle esigenze necessarie in termini di dotazione di infrastrutture strumentali, funzionali e di qualificazione del personale.
Tutto ciò pesa enormemente nei territori più deboli e nei piccoli centri in cui la presenza dei lavoratori precari nei Comuni ha una particolare rilevanza nell’erogazione di servizi essenziali per fronteggiare esigenze primarie della nostra comunità.
Gli Enti Locali sono particolarmente interessati non solo a porre fine a un tale disagio sociale, ma anche a pervenire ad assetti amministrativi ed organizzativi stabili, evitando l’esplodere di una conflittualità non controllabile sul piano dell’ordine pubblico e sul terreno giudiziario.
Si tratta di pervenire, da subito, in un raccordo stretto tra Governo Nazionale, Regione Siciliana ed Enti Locali, con atti legislativi e amministrativi sia all’individuazione delle risorse finanziarie necessarie, traguardate con certezza in una dimensione pluriennale, in coerenza all’applicazione dei contratti di lavoro, sia alla deroga ai vincoli vigenti sulla spesa del personale, sul patto di stabilità, in modo da tutelare i diritti e le prerogative dei lavoratori precari degli Enti Locali siciliani, senza alcuna interruzione dei rapporti di lavoro già in essere.
In questo quadro, tenuto conto dell’approssimarsi del 31/12/2013 (data di scadenza dei contratti di lavoro), si è impegnati a sviluppare iniziative ai vari livelli, per assicurare l’approvazione degli emendamenti necessari per gli obiettivi sopra evidenziati nel disegno di legge di stabilità attualmente in discussione al Parlamento Nazionale, nonché pervenire urgentemente alla presentazione, discussione ed approvazione della finanziaria e bilancio regionale e di norme legislative in coerenza agli obiettivi per una definitiva stabilizzazione e continuità lavorativa nei rispettivi Enti Locali siciliani".