I pupi di Angelo Sicilia in scena il 3 e 4 luglio a Enna. Il puparo siciliano si esibirà nel cortile della Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali (via Orfanotrofio 15). E porterà sul palco quattro dei suoi spettacoli: “Le farse di Nofriu e Virticchiu”, “I paladini di Francia”, “Colapesce”, e “Don Pino Puglisi”. Le giornate fanno parte di un’esperienza artistica che, dal 24 giugno ha coinvolto bambini e adulti insieme ad Angelo Sicilia, in una mostra e dei laboratori sui pupi siciliani voluta e organizzata dall’Associazione Magma di Paolo Previti nella città di Enna. A termine degli spettacoli, ad ingresso libero, il 4 luglio, l’artista riceverà un riconoscimento dedicato al suo impegno civile e sociale attraverso l’arte dei pupi (patrimonio Unesco) ideato dall’Associazione Magma. Da oltre 25 anni, Angelo Sicilia porta in giro per l’Italia e all’estero, la sua arte, contribuendo a diffondere una cultura della legalità e i principi del rispetto e della reciproca tolleranza attraverso i personaggi vittime di mafia e non solo, che lui porta in scena. Personaggi come l’attivista Peppino Impastato e i magistrati Falcone e Borsellino, Don Pino Puglisi e il piccolo Giuseppe Di Matteo, il magistrato Francesca Morvillo e il sindacalista Pio La Torre, Biagio Conte, scomparso di recente, con uno spettacolo in preparazione dedicato al missionario laico.
Questo il programma: Lunedì 3 luglio: ore 18 in scena “Le farse di Nofriu e Virticchiu” (per bambini); ore 20 in scena “I paladini di Francia”; Martedì 4 luglio: ore 18 in scena “Colapesce” (per bambini); ore 20 in scena “Don Pino Puglisi”. Al termine dello spettacolo delle ore 20 verrà consegnato il Premio Magma ad Angelo Sicilia. La mostra sui pupi siciliani (presso la sede dell’Associazione Magma, in via Roma 105 a Enna) sarà visitabile con ingresso libero fino al 9 luglio, dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 17.30 alle 21.30.
Questi gli spettacoli:
“Le farse di Nofriu e Virticchiu”. Le farse rappresentano le vicende comiche e grottesche delle maschere tradizionali palermitane: Nofriu e Virticchiu. Essi, assieme ad una nutrita schiera di bizzarri personaggi erano e sono l’espressione autentica del popolo che vi si riconosceva e tramite essi poteva deridere con il sarcasmo il potente di turno. Lo spettacolo consiste nella rappresentazione di diversi episodi comici tratti da storie popolari e riadattate per il teatro dei pupi.
“I paladini di Francia”. I diversi episodi della Storia dei paladini di Francia rappresentano un grande classico del teatro tradizionale dei pupi siciliani: quello del ciclo Carolingio. Verranno rappresentati alcuni dei pezzi più noti ed avvincenti quali: Le avventure di Rinaldo, Il tradimento di Gano, Le prime imprese di Orlando, L’arrivo di Angelica a Parigi, La pazzia di Orlando e Astolfo sulla Luna.
“Colapesce”. Lo spettacolo narra una leggenda prettamente Siciliana, che porta i partecipanti in fondo al mare, il protagonista figlio di un pescatore ama il suo mare e la sua terra. Inebriante e fantastica la leggenda con il susseguirsi di personaggi parlanti come i pesci e polipi, che chiedono aiuto a Colapesce per non essere pescati. Il ragazzo dal cuore d’oro e i polmoni d’acciaio, salva l’intera Isola Siciliana…una morale unica nel suo genere.
“Don Pino Puglisi”. Quella di Pino Puglisi, da qualche mese beatificato dalla chiesa, è la storia di un prete di frontiera che è stato ucciso dalla mafia perché faceva semplicemente il suo mestiere. In Sicilia, infatti, non si ammazzano solo giudici e forze dell’ordine, ma anche i ministri di Dio che hanno il coraggio di alzare la testa, di lottare per donare condizioni migliori a bambini destinati a divenire manovalanza per le associazioni criminali. Angelo Sicilia è riuscito a narrare la semplicità e la forza di “3P”, la sua coraggiosa ribellione, incastonandola abilmente nella difficoltà culturale di un quartiere come Brancaccio che appare in tutta la sua inesorabile decadenza. Se da un lato viene palesata, in tutta la sua forza distruttiva, la cultura omertosa e la violenza, dall’altro la gioia dei bambini riesce a lenire questo crudo realismo. La narrazione fuori campo è affidata al cantastorie che riesce a tessere il filo rosso che unisce la drammaticità e la bellezza di questa storia. Gli spettatori si troveranno ad osservare l’indifferenza dei palermitani dinanzi al corpo martoriato del prete e saranno chiamati a scegliere subito da che parte stare.