Come riscrivere la riforma delle Province. Ne cominciamo a parlare con l'onorevole Stefania Marino

Deputazione e sindacati dovranno lavorare per arrivare ad una buona riforma che riabiliti le Province, quali indispensabili enti intermedi

Dopo anni di silenzio le Province ritornano ad occupare l'agenda politica, regionale e nazionale. Ci si accorge ora che quella riforma non riforma ha provocato solo disastri e che occorre intervenire per ridare dignità istituzionale a questi enti intermedi, quale anello di congiunzione tra i Comuni, Regioni e i territori. Il Governo Regionale vuole anticipare i tempi, rispetto al Governo nazionale, tanto da approvare in Giunta il disegno di legge che passa ora all'esame dell'Assemblea regionale. Si introduce l'elezione diretta del presidente della Provincia e del Consiglio Provinciale. Sia il numero dei consiglieri che degli assessori è proporzionato al numero degli abitanti delle province. Il testo passa adesso in Aula ma occorre concentrare l'attenzione su tanti aspetti che dovranno essere affrontati prima che tutto ciò risulti inutile. 
Abbiamo rivolto alcune domande alla deputazione nazionale e regionale così come all’Assessore regionale all’Ambiente Elena Pagana con l’intento di capire come la politica può lavorare, d’intesa con la macchina burocratica regionale, affinchè si arrivi quanto prima al voto d’aula e si voti una legge davvero completa che doti le nuove Province di risorse senza le quali anche la migliore delle riforma sarebbe un flop.  Iniziamo con la deputata del PD Stefania Marino.


Onorevole Stefania Marino, oggi assistiamo a un ritorno di fiamma per le ex Province. Dieci anni fa bersaglio di una politica che le ha barattate dandole in pasto all'opinione pubblica, che bramava la loro cancellazione, quale soluzione a tutti i problemi del Paese, con in testa il Governatore Crocetta che se ne fece paladino e le inabissò per primo. Oggi le Province sono ridotte a brandelli, lasciando macerie nei territori. Forse ci si è resi conto che un ente intermedio è indispensabile quale collettore tra i Comuni e la Regione?

"Ho vissuto il disagio causato dalla riforma sulle Provincie, da consigliere comunale, messo in atto dal governo Crocetta, che ahimè mi rappresentava, sono state soppresse senza alcun criterio di ripartizione delle competenze e senza risorse economiche, lasciando questi Liberi Consorzi a brancolare nel buio, poi commissariate. Dove non si sapeva come gestire, le strade e le scuole di competenza della Provincia. I commissari si sono sforzati nel gestire tutte le competenze ma con grande difficoltà." 

Le Province di fatto non furono abolite, furono soltanto depredate dalle risorse con scellerati tagli orizzontali privandole della loro identità istituzionale. Chi è rimasto ha dovuto fare i conti con l'indifferenza e con un silenzio assordante che ha reso la sopravvivenza di questi Enti quasi un fatto eroico. Ora bisogna ricominciare da zero con la elezione diretta di Presidente e consiglio Provinciale e poi passare subito alla macchina organizzativa oggi in grosso affanno e terribilmente carente. Troppo pochi i dipendenti rimasti, e troppe le sfide a cui questi Enti sono chiamati, prima fra tutte la grossa opportunità offerta dal Pnrr. Come si fa a ricominciare senza risorse?

"Devo dire che alcuni commissari, tra cui il Dr. Di Fazio commissario del Libero Consorzio di Enna, ha lavorato cercando di captare risorse soprattutto per quanto riguarda le infrastrutture, certamente sarà necessario un ulteriore intervento da parte della Regione, oltre che occorre dotare l'Ente Provincia di personale professionalmente qualificato capace ad intercettare i fondi del PNRR  che potrebbero essere d'aiuto per le innumerevoli problematiche del territorio".

L'Ente ha salutato positivamente il ritorno della rappresentanza politica ma tutto ciò potrebbe risultare vano se le Province non vengono liberate da quel fardello che si chiama prelievo forzoso, istituito come contributo alla spesa pubblica. Lo Stato in questi anni ha preteso da questi Enti, disastrati, molti dei quali caduti in default, un contributo spropositato e irrazionale. La Provincia di Enna ha contribuito e continua a farlo con un prelievo di 10 milioni di euro, che in alcuni anni ha superato di fatto l'ammontare del bilancio complessivo, tanto che è stato impossibile chiuderlo. Cancellarlo, o quanto meno ridurlo riparametrandolo alle concrete e reali entrate, di ciascuna provincia, derivanti dalle Rca sarebbe fondamentale prima che si attivi l'iter parlamentare. Ritiene di rappresentare questo problema?

"Noi siamo una Regione a Statuto speciale, e credo che in questo momento il governo Regionale anziché parlare di "autonomia differenziata" dovrebbe in primis farsi ritornare i milioni di euro che lo Stato ci deve, concernenti l'IVA, poi occorrerebbe che facesse applicare l'insularità, al fine di avvantaggiare fiscalmente i nostri territori e naturalmente potremmo, come comune di Enna, chiedere che non ci venga chiesto il prelievo forzoso, considerate le difficoltà che abbiamo come aree interne; nonostante l'università e gli ospedali manchiamo di tutti quei servizi e infrastrutture che rendono il territorio della provincia di Enna disagiato". 

I dipendenti delle Province chiedono di avviare un tavolo coinvolgendo la rappresentanza politica e sindacale per evitare di trovarsi con un altro pasticcio e per risolvere le tante criticità che in questi anni sono venute alla luce. Promuovere una iniziativa che parta dalla Provincia più piccola coinvolgendo tutte le altre sarebbe auspicabile? Il nostro territorio d'altronde in passato ha ampiamente dimostrato di sapere essere compatto a difesa del territorio.

"Io credo che ora più che mai la politica debba fare squadra come avvenne tanti anni fa con l'Università e non con proclami che si riducono poi ad andare contro i nostri territori. Ritengo che la politica  ha il dovere di mettere in campo tutto quanto è necessario affinché la provincia di Enna ritorni a brillare come negli anni 80, quando Enna era un vero punto di riferimento".


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Categorie: La Provincia, PoliticaNumero di visite: 574

Tags: riforma delle Province stefania marino

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