Teatro Garibaldi. Domani va di scena la mafia
“Binnu Blues” il monologo-blues ignorante di Vincenzo Pirrotta
La stagione del Teatro Garibaldi di Enna firmata da Mario Incudine e organizzata dal Comune in sinergia con l’Università Kore riprende la sua corsa martedì 9 gennaio alle ore 20.30 con “Binnu Blues – Il racconto del Codice Provenzano” uno spettacolo di e con Vincenzo Pirrotta, attore e regista teatrale tra i più apprezzati nel panorama nazionale, tratto dal libro “Il Codice Provenzano” (2008, Laterza) di Salvo Palazzolo, giornalista del quotidiano La Repubblica che da anni si occupa di mafia, e Michele Prestipino, procuratore aggiunto di Roma.
Vincenzo Pirrotta, accompagnato dalla chitarra di Charlie Di Vita (che firma le musiche origina-li), ripercorre in scena i 43 anni di latitanza del boss corleonese morto nel luglio del 2016. Gli ordini di morte, la falsa religiosità, la trama dei rapporti con gli insospettabili: nelle parole ritrovate dagli investigatori guidati da Renato Cortese (attuale questore di Palermo) prende forma il ritratto del padrino che custodiva i segreti della mafia siciliana.
Tra un episodio e una canzone, lo spettacolo prende le mosse dall’efferato omicidio di Michele Cavataio (1969), i primi passi del boss nella malavita organizzata, che Pirrotta mette in ridicolo utilizzando le sue stesse parole sgrammaticate di un italiano stentato. In alcuni passaggi la recitazione si fa canto e i pizzini diventano un canto blues «Perché - dice Pirrotta- attraverso il blues, un genere musicale che contiene il germe della contestazione, i neri d’America costretti nei campi di cotone manifestavano tutta la loro rabbia. Allo stesso modo esprimo tutta la rabbia dei siciliani onesti, quelli che non si arrendono alla mafia, per ciò che è accaduto nella nostra terra a causa di quell’uomo e dei suoi complici».
Dopo i primi passi e la lunghissima latitanza, lo spettacolo di Pirrotta passa in rassegna anche gli ultimi anni del capomafia, quelli vissuti tra il carcere e i tribunali, fino alla morte. Che però lascia aperti molti interrogativi.