Il Carnevale barrese con la spettacolare rottura dei "pignatuna"

A Barrafranca ogni anno l'appuntamento con l'antichissima manifestazione folkloristica della rappresentazione della “Recita dei dodici mesi dell'anno” e i “pignatuna”

Il carnevale barrese con la sfilata dei carri allegorici e dei gruppi mascherati negli ultimi anni è andata scemando. Si ripete invece ogni anno l'attesissima manifestazione folkloristica dei “pignatuna”, con la messa in scena della “Recita dei dodici mesi dell'anno”. Il termine deriva dalla parola dialettale “pignata” che sgnifica “pentola”. Questa antichissima tradizione si svolge l'ultima domenica di carnevale e consiste in una rappresentazione popolare itinerante che inizia già nel primo pomeriggio. Il corteo a cavallo è composto da un Re, una Regina e da dodici cavalieri che impersonano i dodici mesi dell'anno. I costumi dei cavalieri che sono riccamente ricamati a mano e arricchiti con perline, strass e sgargianti decorazioni prendono ispirazione dagli abiti dei dignitari della dominazione spagnola. I cavalieri girano per le vie del paese recandosi nelle strade dove sono stati allestiti i “pignatuna” che sono dei vasi di terracotta appesi tra un'abitazione e l'altra, ricoperti di carta colorata, nastrini e stelle filanti (i “zagareddi”) contenenti delle piacevoli sorprese, caramelle o altre leccornie, monetine, coriandoli, stelle filanti e quant'altro. Si racconta che anticamente il “pignatuni” poteva essere riempito anche con spiacevoli sorprese, ad esempio cenere, farina, acqua o anche topi che scatenavano il fuggi fuggi della gente.

I cavalieri, dopo essersi disposti in cerchio sotto i “pugnatuna,” recitano le strofe a cavallo. Inizia a recitare il Re, seguito dalla Regina e poi, a turno, i dodici cavalieri che recitano in rima il loro mese dell'anno. Ogni cavaliere recita la strofa di un poemetto rimato in vernacolo barrese che elogia le caratteristiche qualità di ogni mese o anche i difetti. Dopo avere recitato le varie strofe uno dei cavalieri (il cavaliere che abita proprio nella casa dove fuori è stato preparato il “pignatuni”), si sistema sotto e tra le urla incitanti della folla lo rompe con un bastone. A questo punto una moltitudine di ragazzi si accalca buttandosi tra i cocci e i coriandoli per cercare di prendere qualche caramella o qualche monetina. Talvolta si ha la sorpresa di vedere una colomba levarsi in volo. Prima di andare via il padrone di casa offre ai cavalieri e alle persone lì presenti da bere e una ricca varietà di dolci, tipici della tradizione del carnevale. I Cavalieri si spostano quindi in un'altra strada, pronti a rompere un altro "pignatuni".
Dopo che i cavalieri hanno rotto i dodici “pignatuna” per le vie del paese, in tarda serata si spostano in piazza dove sono stati allestiti quattordici “pignatuna”. Quì c'è una trepidante folla di persone ad attenderli per l'ultima spettacolare performance. La manifestazione si conclude con la recita delle varie strofe da parte del Re, della Regina e dei dodici cavalieri e con la rottura di tutti i “pignatuna”.
Questa tradizione sviluppatasi nel comune di Barrafranca, un paese con propensione agricola, ha lo scopo di festeggiare i dodici mesi dell'anno con l'auspicio che possa portare un buon raccolto.

Redazione a cura di Infopoint Turismo - Libero Consorzio Comunale di Enna

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