L'autonomia siciliana arriva dove vuole Renzi.
La legge sul riordino delle Province non decolla, anzi, fa dieci, cento, mille passi indietro.
Ieri la Giunta Crocetta ha recepito le osservazioni del Consiglio dei Ministri, adottandole ad unanimità.
Adesso gli aggiustamenti passeranno a sala d'Ercole, dove, sarebbe già un miracolo che tutti i deputati della maggioranza assicurassero la presenza in aula, per mettere finalmente un punto alla declamata legge divenuta un miraggio risibile.
Ennesima figuraccia per la Regione sicilia, ormai abituata a rimangiarsi tutti i rospi che saltano di qua e di là, attraverso una sorta di braccio di ferro tra Governo nazionale e regionale.
In questa torre di Babele dove il più forte cerca di gettare giù il più debole , non si capisce chi avrà la meglio.
"Si naviga ancora più a vista", Questo l'amaro commento di un deputato pidiessino, ieri raggiunto telefonicamente a Palermo.
Ed è vero.
Ormai i non dilettanti sono allo sbaraglio. Nessuno sa cosa succederà domani.
Si azzarda l'ipotesi, ma diventerà certezza, che l'elezione del presidente dei Liberi consorzi possa slittare il prossimo mese di maggio.
E questa idea fa ringalluzzire tutti, poiché rinviare qualsiasi tipo di decisione è ormai la caratteristica più acclamata dalla politica siciliana.
Intanto da Roma, dopo i toni accesi del sottosegretario Faraone, si intravede uno spiraglio di confronto.
Ma il nodo centrale resta solo uno:i trasferimenti dello Stato alla Regione Sicilia.
Sempre più ridotti al lumicino, con ricadute su servizi, utenti e dipendenti.
Continua, dunque, l'ennesimo atto di una commedia a fosche pirandelliane.
Avremmo tanto da imparare ancora. vedi i Francesi, padri della rivoluzione, che in un momento tragico per l'occupazione hanno ridotto a brandelli persino gli abiti dei manager di Air France.
Qui, invece, si parla alle spalle, si blatera contro i poteri forti, ma poi si sorride davanti a loro e ci si inchina...
Non si sa mai....