Al via le tre aree metropolitane

Dal primo gennaio via i commissari straordinari. Parte la riforma?

Siamo terribilmente in ritardo rispetto ai modelli europei.

Così Luciano Vandelli, docente di diritto negli enti locali dell`Università di Bologna a cui risponde l'assessore alle Autonomie locali, Patrizia Valenti che illustra la seconda bozza del testo di riforma delle Province, in controtendenza rispetto alla prima.

I Comuni restano come sono, le città metropolitane diventano organi di secondo livello. Una brusca frenata da parte del Governo regionale che mette le mani avanti rispetto alla pianificazione di un iter che non può essere liquidato in tempi stretti.

Però l'importante è partire.

Sulla modalità è più esplicito il presidente della commissione Affari istituzionali, Antonello Cracolici. Quello che emerge è la mancata definizione di un iter nella sua completezza. Sorgono interrogativi legittimi. Ad esempio Come si tracciano geograficamente le nuove appartenenze territoriali delle città metropolitane e dei consorzi?

Da parte di Cracolici una proposta istituzionale. Dal primo gennaio 2014 Catania, Palermo e Messina diventeranno città metropolitane, mentre i Comuni si organizzano in liberi consorzi. La complessità e la vastità dell'argomento, vedi i mutui, per citare uno degli aspetti più spinosi, andranno sviscerati con modalità temporali a medio termine.

I liberi consorzi sono enti a finanze derivate, poiché devono gestire servizi. E proprio per quanto riguarda i servizi. questi saranno dirottati dalla Regione ai consorzi e alle città metropolitane. La riforma, ormai, diviene sempre più necessaria, spiega l'onorevole, in funzione delle disposizioni dell'Unione europea in materia di stanziamenti alle città metropolitane.

Questa l'ipotesi del Governo siciliano ancora tutta da verificare a cominciare dalla discussione in Commissione in corso in queste ore.

 

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