Giorno della memoria delle vittime della mafia. Di Fazio ricorda agli studenti del Majorana Cascino la figura di Boris Giuliano

Educare alla memoria quale valore irrinunciabile per la formazione

Anche quest'anno l'Istituto Majorana Cascino di Piazza Armerina, nel rispetto delle normative anticovid, in una stanza virtuale, ha celebrato la giornata della memoria delle vittime delle mafie e dell'impegno, giunta alla 26° edizione, nel ricordo del concittadino Giorgio Boris Giuliano, capo della Squadra mobile di Palermo, assassinato dalla mafia. Il messaggio che la preside dell'istituto, Lidia Di Gangi, ha voluto trasmettere, questa mattina, agli studenti, intervenuti nel web, è stato chiaro. Educare alla memoria quale valore irrinunciabile per la formazione e soprattutto ricordare per non dimenticare quanti hanno sacrificato la loro vita per un ideale di onesta e di legalità. Ospite d'eccezione, oltre al sindaco di Piazza Armerina, Nino Cammarata è stato il commissario straordinario del Libero Consorzio Comunale di Enna, Girolamo Di Fazio, già questore, il quale agli inizi della sua carriera ha lavorato, fianco a fianco, nella squadra mobile diretta da Boris Giuliano. Agli studenti l'ex questore, nel ripercorrere gli anni di piombo a Palermo traccia un ricordo appassionato del loro concittadino. " L'incontro con Boris Giuliano ha segnato profondamente la mia vita professionale ed umana. Mi volle con lui alla squadra mobile di Palermo ed è stata un'esperienza esaltante e drammatica nello stesso tempo. Boris Giuliano si distingueva, aveva una marcia in più, un carisma particolare, e per me allora giovane in prima linea, era un esempio di straordinario intuito investigativo e non solo.  Ricordo riusciva a mettersi in contatto, allora, senza nessuna difficoltà con i vertici dell'FBI, perchè aveva, già intuito che la mafia avesse messo le mani sul narcotraffico. Quella intuizione che si rilevò per lui fatale. Il 21 luglio del 1979 finito il turno di notte come da consuetudine la telefonata per informarlo di quanto accaduto. Mi disse che stava andando al bar dove ad attenderlo c'era una volante. Ad attenderlo però anche il suo carnefice. Non ebbe il tempo di consumare il caffè e una raffica di sette colpi non gli lasciarono scampo, nonostante fosse un abile tiratore scelto. La notizia fu devastante dovetti coordinare tutti gli interventi, in una giornata concitata e difficile che ha lasciato un segno dentro di me. La mafia uccise quello che era diventato un uomo simbolo per la città di Palermo. Ma se la Sicilia ha dato i natali a tanti mafiosi ai giovani voglio ricordare che la stessa Sicilia ha dato i natali a chi l'ha combattuta, a costo della propria vita".  Di Fazio, che ha lavorato assieme ai giudici Borsellino, Falcone e Chinnici ha ricevuto il premio Chinnici nel 2018 per il suo impegno contro le mafie.       

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