Valguarnera. La festa di S. Giuseppe patrimonio delle Eredità immateriali

Tavolate, “pupiddri”, “l'azena”, “i m'braculi” e la “cavalcata” caratterizzano i festeggiamenti in onore del Patriarca San Giuseppe

La festa in onore del Patriarca San Giuseppe che si celebra il 19 marzo è una festa che ha origine nel mondo cristiano sin dal IX secolo. E' molto sentita in tutta la Sicilia e storicamente dal XVII secolo acquistò sempre più importanza grazie alla predicazione degli ordini religiosi. L'entroterra ennese è tra i luoghi dove la devozione per il Santo è quanto mai viva e presente. Nella maggior parte dei comuni del territorio ennese la tradizione si rinnova puntuale ogni anno con programmi e manifestazioni diverse, ma tutti legati da un filo comune per la devozione a San Giuseppe. Ma i festeggiamenti in onore del Patriarca hanno una grande risonanza soprattutto nel comune di Valguarnera e anche Leonforte che per la loro peculiarità sono uniche in Sicilia. L'unicità di queste feste attira turisti provenienti da ogni parte della Sicilia, ma anche da Malta e da altre parti d'Italia. L'allestimento delle caratteristiche Tavolate rispondono a un'esigenza primaria, ovvero offrire un pasto abbondante ai più bisognosi, anche se oggi si sta perdendo la sua originaria valenza caritativa.
Nel comune di Valguarnera la tradizione dei festeggiamenti in onore di San Giuseppe risale al 1600. La festa, caratterizzata da fede, folkore e una forte devozione si svolge il 18 e il 19 marzo. Dal 2008 la festa fa parte delle Eredità immateriali (REI) della Regione Sicilia, secondo la Convenzione per la salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale approvata dall'UNESCO.
La festa viene preceduta da un Novenario, nove giorni di meditazioni sulla figura di San Giuseppe, uomo giusto, protettore della famiglia e dispensatore di grazie.
Le tavolate sono la grande attrazione della ricorrenza, vengono allestite la vigilia della festa nelle proprie case dai devoti che ne hanno fatto voto in ringraziamento al santo per una grazia ricevuta. I preparativi per l'allestimento delle tavolate iniziano 10, 15 giorni prima con il coinvolgimento e la collaborazione di tante famiglie che per diversi giorni danno il proprio contributo nella preparazione di tutte le pietanze, che hanno un grande valore figurativo, per imbandire la tavola. La Tavola viene fatta in legno ed ha una forma di lunghi scalini di numero tanti quanti sono i santi, alla base c'è un grande tavolo su cui mangeranno i tre componenti della Sacra Famiglia. Le tavolate sono ricoperte con preziose tovaglie ricamate di finissimo lino. La ricca varietà di pietanze è legata alla tradizione culinaria della festa, pani votivi, la “pagnuccata” (pignolata), la pasta con il miele, le cassatelle, pasta condita con il miele, le sfinge, il torrone, “cassateddi”, cannoli con la crema e la ricotta e una altrettanto ricca varietà di frittate e fritture con le verdure (finocchietti, spinaci, broccoli, “mozzatura”, asparagi). Oltre alle pietanze tradizionali nel corso degli anni si sono aggiunti altri tipi di dolci e pietanze varie che arricchiscono ancora di più la tavolata.

Ma il protagonista principale è il pane preparato dalle sapienti mani dei panificatori del luogo o dalle massaie del vicinato, nelle diverse forme che simboleggiano gli attrezzi del falegname, e spennellato con uovo con sopra la “paparina” (semi di papavero). Sulle Tavolate dei devoti, sia nelle case che nella tavolata principale allestita in chiesa vengono anche sistemate i “Pupiddri” di San Giuseppe (pane di piccole dimensioni a forma di bambino o bambina). Tra il pane nelle diverse forme e in mezzo ai piatti non mancano le arance (una per ogni santo), i finocchi, il sedano e la lattuga ad adornare le tavolate. Le tavolate sono già visitabili la sera del 18, dopo la benedizione. Tanti sono i riti che si svolgono, tra cui il rito de “l'azena” (cena) che ha luogo la mattina intorno alle 9.00, dopo che S. Giuseppe, la Madonna e il Bambino hanno partecipato alla Santa messa si recano nelle varie abitazioni dove sono state invitate a rappresentare la Sacra Famiglia. Questo rito riprende un episodio delle Sacre Scritture, quando a Giuseppe e Maria che erano poveri gli fu rifiutato un rifugio per il parto e quando furono costretti a fuggire in Egitto e a vivere segretamente. Ecco perchè i devoti in segno di carità cristiana simbolicamente danno accoglienza e ristoro alla Sacra Famiglia. La tavola dove consumano il pasto i santi è il primo gradino della tavolata. Il rito de “l'azena” (la benedizione della tavola) inizia con la recitazione di un preghiera da parte dei Santi per tre volte in dialetto locale, dopo di che S. Giuseppe sbuccia un'arancia (che rappresenta la famiglia e gli spicchi i suoi componenti) e distribuisce dei pezzi alla Madonna e a Gesù Bambino con dei pezzi di pane benedetto, dopo di che i Santi continuano con la consumazione delle altre pietanze. I santi consumano il pasto alle 9.00 e poi a mezzogiorno. Dopo di che la tavolata viene aperta al pubblico, la consumazione delle pietanze è infatti aperta a tutti, per degustare tutte le pietanze tipiche della festa posti nei vari gradini, l'ultimo gradino è riservato alle pietanze che verranno distribuite ai Santi. Secondo un'antica leggenda la vigilia della festa si suole mettere sulla tavola una ciotola con del sale, se l'indomani mattina verrà trovata l'impronta delle dita vorrà dire che durante la notte San Giuseppe è passato per benedire la tavola.A solennizzare la festa si svolge anche la bella tradizione dei “m'braculi” che sono delle offerte di ceri (la fiaccolata), arricchiti di carta colorata, e di grano che i devoti portano durante tutto il giorno, anche a piedi scalzi nella chiesa di San Giuseppe come ringraziamento per una grazia ricevuta. Il grano viene trasportato dentro a delle bisacce poste sui cavalli bardati a festa con accompagnamento musicale della banda del paese, è questo un modo gioioso per ringraziare il Santo per la grazia ricevuta. 

Il 19, giorno della ricorrenza, alle 10.00 comincia per le vie del paese il corteo della Sacra Famiglia (S. Giuseppe, impersonato da un adulto con una folta barba bianca, la Madonna che viene scelta tra le ragazze più carine del paese e Gesù Bambino) con al seguito la banda, i parenti dei tre personaggi e tutti i fedeli, per rientrare poi in chiesa ad assistere alla celebrazione eucaristica.
Alla fine della messa solenne, la Sacra Famiglia si reca nella sacrestia dove è stata allestita la tavolata, prima mangiano i santi e poi tutti gli altri.
In seno ai festeggiamenti un'altra bella attrazione è “La cavalcata” che si svolge per le vie del paese il 19 mattina, con accompagnamento musicale.
I festeggiamenti in onore del Patriarca San Giuseppe si concludono in serata, quando, dopo la messa della sera, si snoda per le vie principali del paese la processione del Santo che viene portato sul fercolo, un capolavoro d'arte, seguito dalle confraternite delle varie chiese, le autorità e i fedeli a piedi nudi con in mano le torce votive.

REDAZIONE ARTICOLO A CURA DI INFOPOINT TURISMO LIBERO CONSORZIO COMUNALE DI ENNA

SI RINGRAZIA IL FOTOGRAFO GIUSEPPE ARANGIO PER LA GENTILE CONCESSIONE DELLE FOTO NELLA GALLERIA










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Categorie: I Comuni, Valguarnera, TurismoNumero di visite: 5679

Tags: Valguarnera tavolate di San Giuseppe

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