Mercoledì prossimo l'assessore regionale alle Autonomie Locali, Giovanni Pistorio, volerà a Roma, perché convocato nella qualità di rappresentante del Governo siciliano.
il motivo della convocazione, la possibilità, sempre meno remota e sempre più vicina, che la legge sul riordino della Province siciliane venga definitivamente cassata dal Consiglio dei Ministri.
Un 'ennesima débacle per l'Ars che attualmente non porta a segno un colpo.
Le poche leggi votate in aula recentemente vengono sistematicamente impugnate.
Da qui si ipotizzano congetture.
Si tratta di un segnale politico di Renzi e della sua squadra?
O sono semplici e chiare disposizioni che vanno nella direzione di aggiustamenti relativi a normative scritte senza tanti criteri?
Il dibattito è aperto su questo tema.
La maggioranza all'Ars parla di segnali inquietanti da Roma che mal digerisce gli atti del Governatore siciliano.
L 'opposizione,invece, punta l'induce su una classe politica regionale approssimativa,legifera e disattenta ai territori siciliani.
In ogni caso i deputati dovrebbero prendere coscienza che la Sicilia ormai è un barcone senza timone. Ma nessuno parla di dimissioni o di verifiche e confronti seri, proficui e costruttivi.
A fare le spese, dipendenti ed utenti che subiranno l'ennesimo colpo di scena e vedranno sempre più lontano non solo la salvaguardia delle posizioni all' interno delle ex Province, ma seguiteranno a gestire priorità con commissari straordinari che, con tutta la buona volontà e competenza, lavorano in regime di ordinarietà.
A ciò si aggiunge il disastroso stato in cui versano strade, scuole di secondo grado,l a cui manutenzione è affidata agli Enti, e servizi ai disabili.
Nelle Province regna il caos più totale.
E la politica consapevole ed ignara nello stesso tempo continua a perdere pezzi di autorità e credibilità.
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