Riforma Province. Impugnativa si, impugnativa no

Manca meno di un mese e si attende col fiato sospeso un  probabile intervento del Consiglio dei Ministri.

La legge regionale sul riordino delle Province, pubblicata nella Gazzetta ufficiale il 17 luglio scorso, “ riesuma”, tra gli altri,  diarie ai rappresentanti dei liberi consorzi, la legittimità delle società  partecipate, se in vita nel 2008, mentre fa decadere i dirigenti incaricati, ricollocandoli a ruolo di funzionari.

Tutto questo in netto contrasto con i dettami della normativa nazionale, meglio conosciuta  come legge  “Delrio.”

Nei Palazzi della politica palermitana, c’è chi giura che è ormai questioni di giorni ed arriverà la “ sentenza” dell’esecutivo nazionale.

Non ne fa mistero il vice presidente dell’Ars, Antonio Venturino, il quale dichiara di  sapere per certo che la legge, così come votata in Sicilia, non passerà indenne sotto la lente di ingrandimento del Cdm.

Anche la normativa sugli appalti nel’Isola, del resto,  pubblicata lo scorso 17 luglio,è stata impugnata dal Governo centrale, in alcune delle sue parti.

 Di conseguenza si attende, adesso, la imminente ormai  mossa di Renzi e dei suoi ministri.

Se alle Province, anzi  ex Province, non dovesse essere riconosciuto lo status giuridico, votato a palazzo dei Normanni, oggetto comunque di critiche e incertezze proprio sulla copertura finanziaria, cosa succederebbe?

Gli articoli impugnati andrebbero riscritti e dovrebbero nuovamente passare alla commissione competente e poi al vaglio dell’As, con conseguente allungamento dei tempi previsti dalla legge di riordino che, nella sua prima stesura, impone agli enti locali una data perentoria: il prossimo 30 novembre.

I commissari straordinari in forza agli Enti, difatti, sono stati prorogati- per il 90 per cento tutti, tranne Enna che ha visto la nomina di Giovanni Corso, capo segreteria tecnica dell’assessore agli Enti locali, Pistorio- fino al 31 dicembre.

Il giorno successivo, i liberi consorzi dovrebbero insediarsi.

Ma c’è chi già scommette in uno slittamento di tre, addirittura sei mesi.

E si arriverebbe alla primavera del 2016.

Una storia infinita, complessa e carica di tensione.

Emblema di una Sicilia che non riesce a risollevarsi, ma che stenta a navigare a vista, in un mare di deficit strutturali, politici ed economici.

A farne le spesse, di fatto, nessun parlamentare, nessun rappresentante delle Istituzioni, ma i cittadini utenti, i cittadini dipendenti, le famiglie, i figli,le imprese e i disoccupati. Anche se l’Istat continua a proclamare  la uscita dalla crisi e la ripresa del Paese, dimentica, ma non crediamo, che in Sicilia è un’altra storia…

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Categorie: La Provincia, PoliticaNumero di visite: 3671

Tags: Ars;Venturino; Province

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