Annata olivicola. In Sicilia al di sotto delle aspettative

Il dato siciliano è comunque in linea con l'andamento nazionale

Avviata la campagna di raccolta delle olive in Sicilia i cui dati seppur incoraggianti rispetto alla disastrosa annata 2018 non soddisfano a pieno le aspettative del mercato. Dal monitoraggio effettuato dall' Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare, Ismea,  si conferma che anche quest'anno la produzione di olio è decisamente in calo. L'annata di "scarica" è dovuta a due aspetti che hanno influito sul crollo della produzione. In Sicilia, in modo particolare, hanno inciso i fenomeni climatici che si sono verificati nel periodo della fioritura e il comportamento delle diverse varietà a fronte di questi fenomeni. Nella tarda primavera, infatti, forti venti di scirocco e sbalzi di temperatura hanno danneggiato la delicata fase di fioritura determinando una sorta di bruciatura del fiore sulla pianta che si è tradotta successivamente in una ridotta allegagione. Secondo una prima previsione fornita dal presidente del gruppo di interesse nazionale olivicolo CIA, Giosuè Catania, per la regione Sicilia il quantitativo stimato non dovrebbe superare le 24.000 tonnellate. Quantitativo se pur superiore rispetto all'annata 2018 si attesta al di sotto del 50 per cento delle annate di carica. Il calo maggiore si registra nelle aree interne della Sicilia, dove non si usufruisce di irrigazioni di soccorso a differenza delle aree costiere dove la pratica è più diffusa. Un decremento della produzione di olio nelle aree interne ha risvolti economici ed occupazionali in quanto il settore olivicolo gioca una funzione economica sui territori.  

Il dato siciliano è comunque in linea con l'andamento nazionale che vede una produzione negli ultimi 10 anni non in grado di assicurare il fabbisogno nazionale spingendo così verso l' importazione da altri Paesi, primi fra tutti la Spagna, la Grecia, la Tunisia.

Nel territorio ennese nonostante gli sforzi messi in campo dai produttori, dai frantoiani e dall'assistenza tecnica per migliorare la qualità del prodotto, oggi le basse rese e il prezzo scarsamente remunerativo non rendono competitive le nostre aziende.

Per rilanciare l'importante comparto produttivo- secondo l'agronomo dell'Ente Andrea Scoto- " è necessario puntare sull'incremento delle produzioni aumentando le superfici olivetate, introducendo l'irrigazione di soccorso e favorendo il ricambio generazionale".

La partita si gioca anche sul piano qualitativo forti di uno straordinario patrimonio genetico legato alla biodiversità olivicola siciliana. Ultimo tassello riguarda la commercializzazione di un prodotto identitario a cui il consumatore deve sapere riconoscere il valore che non è solo economico ma è anche sociale ed ambientale. 

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