Il Castello di Lombardia, uno dei luoghi simbolo più rappresentativi della città di Enna, ritorna ad essere fruibile dopo un radicale intervento di riqualificazione che ha interessato tutta l'area esterna. Metaforicamente si è alzato il sipario per godere finalmente di uno spettacolo unico. Il Castello da questa idea progettuale appare sicuramente diverso. Ciascuno lo osserva dal suo punto di vista, chi ritiene ne esca esaltato nella sua maestosità e chi invece sostiene che il contrasto dei materiali ne disturbi l'impatto. Ne parliamo con il progettista, Andrea Caporali, per capire meglio quale è stata la sua interpretazione architettonica.
Lavori appeni conclusi, tanta attesa da parte della Città e soprattutto tanta attenzione perchè il Castello è il nostro luogo del cuore. Come si sente?
"E' inutile a dirsi molto emozionato e anche molto soddisfatto. Aver contribuito a valorizzare il bene simbolo della Città è qualcosa che mi ha arricchito non solo professionalmente ma anche come cittadino. Ho messo in campo competenza e trasporto emotivo perchè ho capito subito che la posta in gioco era alta. Sul Castello c'era inevitabilmente molta attesa, da parte di tutti. Il progetto è stato molto complesso, frutto di un lavoro di squadra, assieme a me altri 4 architetti, di cui un paesaggista, un agronomo, un archeologo, e un ingegnere impiantista con i quali il confronto è stato continuo e condiviso".
Architetto da dove partiamo come nasce l'idea progettuale?
"La progettazione è iniziata nel 2017 da un preciso input del Sindaco Maurizio Dipietro e dell'allora assessore Francesco Colianni di valorizzare il Castello che per oltre settant'anni è stato mortificato da una pavimentazione in asfalto, da una piazza in completo degrado da una situazione di sicurezza precaria che riguardava il viale Nino Savarese dove i muretti perimetrali non superavano l'altezza di 50 centimetri, e non costituivano una protezione adeguata contro una caduta nel vuoto. Di certo non era un bel biglietto da visita che non dava lustro a tutta l'area. Il progetto prevede tre stralci, uno relativo al viale Nino Savarese, che abbiamo già realizzato, un secondo stralcio riguarda un locale sotterrano, nell'area del parcheggio, dove realizzare un centro di accoglienza turistica, dei servizi igienici, un book shop con una sala polivalente per ospitare manifestazioni. Il terzo stralcio in parte è stato già realizzato e riguarda l'illuminazione interna del Castello e il restauro di alcune parti interne. In merito alla Piazza delle Rimembranze l'esigenza è stata quella di dare più respiro al Monumento dei Caduti con un area più consona alle celebrazione del 25 Aprile, del 2 Novembre e del 2 Giugno. Sono state realizzate delle spalliere comode lungo la piazza per consentire lo stazionamento delle persone e sono state ricollegate due fontanelle per un momento di ristoro nel periodo di caldo".
Mettere insieme antico e moderno ha comportato la scelta di materiali dall'impatto deciso. Era questo il suo obiettivo?
"Di fatto non c'è nessuna contrapposizione tra antico a moderno. Se si riferisce alla pavimentazione la contrapposizione non c'è perchè è una pietra naturale di Custonaci, molto compatta e robusta la cui reale colorazione si assesterà entro due al massimo tre anni. La filosofia del progetto è stata creare una nuova pavimentazione in sostituzione dell'asfalto staccando il pavimento dal Castello con la creazione di una fascia di rispetto in ghiaia. Soluzione questa che ci ha consentito di avere un taglio di pavimentazione regolare e nello stesso tempo di mettere in risalto il monumento. La sagoma geometrica scelta per distinguere la pavimentazione dalla ghiaia si ispira alle linee spigolose del Castello creando una relazione architettonica tra i due elementi facendo in modo che essi dialoghino. Molta attenzione è stata posta all'illuminazione studiata per valorizzare ogni singolo elemento del maniero. Abbiamo predisposto tre tipi di corpi illuminanti. Una tipologia di luci è stata posizionata lungo il percorso in ghiaia per evidenziare le irregolarità del costone roccioso su cui si poggia il Castello mentre le altre due tipologie sono collocate nei nuovi pali posizionati lungo il viale sia per illuminare le mura e le torri del Castello e sia per delineare le vie di fuga, in caso di eventi. L'illuminazione si estende anche alla Rocca di Cerere creando una visione armonica con il complesso monumentale.
Un gruppo di ragazzi alla vista del Castello ha esclamato "sembriamo in una città importante, è bellissimo". Piacerà di più ai giovani?
"La speranza è che piaccia ai giovani ma anche ai meno giovani. Il nostro obiettivo è stato quello di restituire alla Città uno spazio urbano, prima trascurato e abbandonato, che diventi un luogo di aggregazione. La presenza di tanti cittadini e di tanti turisti che hanno affollato il Castello in questi giorni subito dopo l'apertura nonostante il meteo poco clemente ci fa ben sperare che abbiamo reso un buon lavoro per la collettività tutta. L'auspicio è che sia un primo tassello per una rigenerazione urbana che coinvolga tutta la Città".
Alla luce del risultato ritiene di avere fatto la scelta giusta?
"Penso sia stata compiuta una scelta ponderata perchè condivisa con l'amministrazione comunale, con gli enti preposti e con equipe progettuale composta da diverse professionalità che hanno dato il loro apporto specialistico per una valutazione oculata".