Non è stato un omicidio di gelosia

Parla il padre di Vanessa Scialfa

Il  26 novembre avrebbe compiuto 22 anni.

Il suo carnefice, Francesco Lo Presti, con il rito abbreviato, è stato condannato a 30 anni di pena.

Un groviglio di anni si attorciglia nella vita, anzi nella non vita della famiglia di Vanessa Scialfa, la giovane entrata nella lista nera dei femminicidi.

A caldo, appresa la sentenza, il padre, Giovanni, usciere al Comune, si dichiara “soddisfatto.” Dopo 18 mesi di dibattimento in cui la figura della figlia è stata messa sottosopra dai difensori del ragazzo che hanno tentato di screditare l’immagine della vittima, finalmente un risultato.

Un dolore nel dolore, quello che Giovanni ha dovuto subire nel corso delle udienze, quando l’avvocato di parte ha sempre dipinto Vanessa con epiteti forti, truci che, ammesso fossero stati veri, non avrebbero mai potuto giustificare un omicidio.

Giovanni è un uomo forte. Sempre misurato e rispettoso. Non si è mai sottratto alla stampa perchè crede che sia la maniera migliore per cercare, capire e sapere.

-Come si sente,oggi, Giovanni?

“Come vuole che stiamo? Non staremo più bene. Questo è certo.“

-Ha qualcosa da dire in merito al verdetto del tribunale di Enna?

“Un verdetto esemplare. Solo questo posso dire. Per il resto,mia figlia non ritorna. Ma è sempre tra noi, in questa famiglia umile, ma tanto unita, ancora più unita, dopo la disgrazia. Abbiamo fatto invidia a tanti perchè abbiamo vissuto sempre senza capacità economiche, ma con tanto amore. “

La  famiglia di Giovanni. Tutte le sere uscivano per la passeggiata. La moglie, poco più che una ragazzina e le figlie, piccolissime, ma uguali alla mamma. Stesso taglio di capelli, stessa conformazione del viso. Sembravano le matrioske dalle varie dimensioni.

-Ci parli di Vanessa.

“Senza nulla togliere agli altri miei figli, Vanessa era il motore della famiglia, il peperoncino della casa. Sempre allegra, teneva tutti in movimento. Aveva una qualità: cercava sempre la verità. Non sapeva fingere.”

-E forse per questo ha trovato la morte?

“Si. Secondo noi proprio per questo. Vanessa non è stata uccisa perché tradiva lui. SI figuri! Si è messa contro di me, suo padre, contro tutti, per vivere questo amore. Vanessa è morta perché sapeva qualcosa che non doveva sapere. E’ morta perché avrà detto quello che pensava. E ha fatto scatenare la furia di lui. Solo così si spiega la dinamica dell’omicidio. Troppa violenza sul suo corpo. “

-Ma cosa aveva da nascondere l’omicida, secondo lei?

“Ah questo non lo so. So che ci sono ancora tanti buchi neri nella vicenda.”

-Quali?

“Non si sono trovate tracce di sangue nell'auto che trasportava il corpo di Vanessa, per esempio. E poi la dinamica del trasporto del cadavere. Non si può scendere da soli dal terzo piano un corpo morto, caricarlo in auto, raggiungere quel tratto di strada, fuori Enna, abbastanza frequentato, tra l'altro di giorno, senza essere visto, scavalcando il guarda rail, per poi gettare il corpo nella scarpata. No. Tutto questo non si può gestire da solo.”

-Lei quindi pensa che abbia avuto dei complici?

“ Io ne sono sicuro. Ma dal processo questo aspetto non è emerso ”

-Lei ha un'idea di chi possano essere?

“Io si. Però ho solo indizi, nessuna prova. E dunque i nomi me li tengo per me.”

-Non si può placare il dolore per la perdita di un figlio. Ma forse il ricordo lenisce la pena?

“Si e no. Il ricordo è qualcosa con cui si convive tutto il santo giorno.”

-C’è un momento in cui Vanessa ritorna nella sua mente con più forza?

“ La mente mi riporta ad un episodio .Un pomeriggio, Vanessa giocava a calcetto, ma era rammaricata di non segnare. Io, fuori dal campo, le dissi ”Stai li’ ferma, vedrai che arriva la palla.” E così è stato. Subito dopo è corsa da me, mi ha abbracciato forte, dicendomi “Papà, devi fare l’allenatore”. In quel momento ho percepito che lei mi ha gratificato due volte, prima di tutto perchè mi aveva ascoltato e poi perché mi incoraggiava ad andare avanti, quando invece i miei problemi di salute mi hanno costretto ad abbandonare lo sport. Ecco questo era Vanessa”.

-Sensibile e profonda, ma decisa. Lei si oppose a quel legame fatale con Lo Presti. E’stato un presagio, il suo. Qualcosa le diceva che quel ragazzo non andava bene?

“ Non mi piaceva proprio quel tipo. Poi l’ho incontrato in un bar ed è stato eccessivamente gentile, affettato, quasi volesse camuffare la sua vera identità. Così l’ho percepito. E mi sono impuntato con Vanessa. Che non mi ha ascoltato.

Ma, mi dica lei, quanti sono i figli che ascoltano i consigli dei  genitori?”

 

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Categorie: Costume e SocietàNumero di visite: 6676

Tags: Femminicidio Vanessa Scialfa

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