Infezione da Sars-CoV-2. Uno studio rivela che i fumatori si infettano meno

I risultati della ricerca supportano l'idea che nuove applicazioni farmaceutiche innovative a base di nicotina possano prevenire l'infezione

Resi noti i risultati dello studio di gruppo condotto tra luglio e settembre 2020 a Troina, diventata zona rossa a causa all’elevato numero di contagi.   I ricercatori del CoEHAR hanno studiato per la prima volta il rapporto tra lo status di fumatori, verificato da specifici marcatori biochimici, e l’infezione da Sars-CoV-2 grazie ad una vasta ricerca sulla popolazione. " Rispetto ai non fumatori, i fumatori sembrano essere meno suscettibili allo sviluppo dell’infezione da Sars-CoV-2. Questi risultati sono in accordo con dati precedenti che hanno dimostrato l’associazione tra lo status di fumatori autoriferito e una riduzione dei marcatori dell'infezione da Sars-CoV-2. I nostri risultati supportano l'idea che nuove applicazioni farmaceutiche innovative a base di nicotina possano prevenire l'infezione». Spiega così il fondatore del CoEHAR, il professore Riccardo Polosa, i risultati dello studio siero-epidemiologico condotto sulla popolazione e sugli operatori sanitari dell’IRCCS “Oasi di Troina” attraverso un ampio campione probabilistico differenziato per sesso ed età. Lo studio è stato condotto dal CoEHAR, centro di ricerca dell’Università di Catania, in collaborazione con la Duke University negli Stati Uniti e grazie al sostegno del Comune e dell’IRCCS Oasi Maria SS. di Troina. Circa un terzo dei 1785 partecipanti è stato classificato come fumatore sulla base dei livelli sierici di cotinina: i ricercatori hanno verificato se tali soggetti risultassero positivi all’infezione da Sars-CoV-2, confrontando i risultati con quelli ottenuti dai soggetti non fumatori appartenenti allo stesso campione di ricerca. Lo studio – dal titolo “The effect of laboratory-verified smoking on SARS-CoV-2 infection: Results from the Troina sero-epidemiological survey” e pubblicato su Internal and Emergency Medicine - ha rilevato che la prevalenza di positività anticorpale per il virus Sars-CoV-2 era inferiore nei fumatori rispetto che agli ex fumatori o a chi non aveva mai acceso una sigaretta: rispettivamente 19.8% e 31%. Minor prevalenza che persisteva anche dopo aver valutato possibili fattori di confondimento come sesso, età, condizioni croniche, precedenti infezioni e gruppi di rischio. Grazie alla conferma dello status di fumatori, attraverso specifici marcatori biochimici, i ricercatori del CoEHAR hanno chiarito una volta per tutte i risultati contrastanti di precedenti ricerche in merito all’associazione tra il fumo di sigaretta e il rischio connesso all’infezione da Sars-CoV-2. "Sorpresa nel vedere che lo status di fumatori era associato a una minore positività anticorpale da Sars-CoV-2 – spiega la professoressa Venera Tomaselli, docente di Statistica sociale dell’Università di Catania e membro del CoEHAR -. Tuttavia, va sottolineato che il fumo è un’abitudine di vita malsana che provoca la morte di circa 8 milioni di persone ogni anno, il doppio del Covid-19».

Lo studio “The effect of laboratory-verified smoking on SARS-CoV-2 infection: Results from the Troina sero-epidemiological survey” Il CoEHAR è il Centro di Eccellenza internazionale per la Riduzione dei danni da fumo istituito nel 2018 all'interno del Dipartimento di Medicina Clinica e sperimentale dell'Università degli Studi di Catania. L’obiettivo del Centro è quello di contribuire alla rivoluzione globale che sta gettando le basi per un mondo senza fumo attraverso un approccio multidisciplinare che contribuisce a diffondere strategie e strumenti per ridurre i danni da fumo di sigaretta convenzionale. Il consiglio del CoEHAR è composto da circa 80 accademici, medici, professori e operatori tecnici dell'Università degli Studi di Catania, afferenti a tutti i dipartimenti dell'ateneo che collaborano insieme per avviare progetti di internazionalizzazione che consentono di creare scienza e innovazione. Il CoEHAR ingloba il CPCT - Centro per la Prevenzione e la Cura del Tabagismo del Policlinico Vittorio – Emanuele di Catania, la CRO locale (Clinical Research Organization), i laboratori di microbiologia e una rete selezionata di biologia cellulare e molecolare. Inoltre, il Centro si avvale anche della collaborazione e del sostegno della Lega Italiana Anti Fumo – LIAF e di ECLAT, lo spin off fondato all'interno dell'ateneo catanese.

 

 

 


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