La Provincia, Politica

Province. Il voto in autunno?

Così il presidente dell'Ars Miccichè ha rassicurato l'aula

L'ultimo giorno utile per approvare la Finanziaria, lo scorso 30 aprile, il presidente dell'Assemblea regionale siciliana, Gianfranco Miccichè, nel corso della seduta, ha affermato con convincimento che in autunno la Province vivranno di luce propria.

Si attende il pronunciamento, fissato per il 2 luglio della Corte Costituzionale, cui si è appellato il Consiglio dei Ministri, per dire no ad una legge regionale che ripristinava la elezione diretta degli organismi politici degli enti di secondo grado.

E dunque, qualsiasi sia il responso del massimo organismo in magistratura, l'Ars, così pare, è fermamente convinta, eccetto le opposizioni, di procedere a mettere un punto ad una parentesi senza fine che ha ha messo in ginocchio gli Enti di secondo grado.

Non solo, i commissariamenti ad oltranza, nominati direttamente dai presidenti della Regione, hanno creato una situazione di stallo, anche economico, che ha reso difficile e complicata la gestione delle Province.

Già Siracusa ha dichiarato il dissesto, con gravi conseguenze per i dipendenti cui si ipotizza un probabile licenziamento, se dichiarati in esubero. A seguire in questo quadro di disperazione e pressappochismo, come ipotizzano i sindacati, ci sarebbero Ragusa ed Enna.

Non resta, dunque, che sperare ed illudersi, ancora una volta, che a questa vicenda, ormai giunta al paradosso, si ponga la parola fine.

L'impasse giuridico ed amministrativo senza precedenti è avvenuto a causa della legge Delrio,creando un caos amministrativo ed economico in tutto il Paese.

Alla normativa hanno fatto riferimento, nel corso della passata legislatura regionale, tre leggi, approvate dall' Ars che si sono adeguate parzialmente alla legge nazionale, causando, per 6 lunghi anni, la paralisi degli Enti di secondo grado