Passerotti. E’ ritornato ad Enna
Il paesaggista fiuta quello che potrà esportare a Singapore
Si chiama Stefano Passerotti, professione : giardiniere, dice lui. Ma in realtà è stato definito tra i 10 paesaggisti più accreditati del pianeta.
Autodidatta,come ama definirsi,coltiva uno stretto rapporto tra natura e cultura. Paesaggi, giardini, clima e profumi devono trasformare radicalmente l'habitat che viviamo,sempre e comunque nel pieno rispetto dell’uomo e della ecologia.
E’ ritornato ad Enna, perché innamorato del campo di germoplasma dell’ulivo,in contrada Zagaria, ma sta esplorando anche la Sicilia, che ama dal profondo del suo cuore.
Passerotti è in cerca di due ,tre essenze autoctone da “esportare”.
Dove? A Singapore, in occasione del Garden flowers show, la più grande manifestazione del verde a carattere mondiale.
Ha scelto l’Isola proprio perché le condizioni climatiche sono le più compatibili con la meteorologia del sud asiatico.
Nella sua veste di esperto,famoso nel mondo green anche per le sue collaborazioni con Buckingam Palace, potrà essere investito di un nuovo habitus, quello di l mediatore simbolico tra la Sicilia e Singapore per l’avvio di attività legate all' import-export del verde.
La sua mission, difatti, è quella di presentare nuove piante che possano attecchire dall'altro capo del mondo.
Passerotti è famoso per la sua filosofia, dove vige la regola di innovare,senza perdere di vista tradizione, sviluppo energetico e salvaguardia del paesaggio.
Di lui si può dire che è anche un po’ artista.La sue tecniche vengono concepite all'insegna del riciclaggio,dell'energia e soprattutto del mantenimento dell'ecosistema.
Quale,dunque, territorio migliore della Sicilia? E nella fattispecie il territorio della provincia?
Il guru delle piante,difatti, fa intendere che una delle essenze arboree sotto i riflettori del pianeta flowers porterebbe il marchio" made in Enna",dove clima e varietà di altitudine sono le carte vincenti per rinvigorire il mondo che ci circonda.
Per lui condividere vita sana, parlando il linguaggio universale del rispetto della natura è ancora possibile.