Politica

Libia. La parola a Conte

Un summit difficile, all'insegna degli schieramenti

Dopo una mattinata di parole, sorrisi e strette di mano, il premier Conte incontra i giornalisti.

Positivo per il premier il finale di un vertice con 30 Paesi che sa più di dissapori che di diplomazia. Ma alla fine che deve dire il capo del Governo?

La sua posizione è  abbastanza delicata. Nessuno, in questo momento si vorrebbe trovare al suo posto, nel gestire i vice dei suoi interlocutori privilegiati, volutamente assenti al summit. Presenti la Libia, il Qatar con i loro annosi problemi di guerre e di eccidi.

Un successo per il rappresentante della Libia, che parla ai giornalisti con Conte, indirizzato al Paese, martoriato da tante tragedie.

Conte si sofferma sulla presenza libica, numerosa, che è un incoraggiamento a proseguire. Niente illusioni, però, niente ricette,e neanche magie. 

È  solo un desiderio di offrire un contributo al fine di assicurare a 6 milioni di libici il loro diritto a  votare per le istituzioni stabili.

Tanti i temi affrontati, continua Conte, tra cui la sicurezza e le riforme economiche. Finisce qui un vertice che non sarà una passerella politica, precisa il premier italiano, pronto a volare a Roma per un' altra questione importante per il Paese, le riforme.

Ad attenderlo i vice premier Salvini e Di Maio.