La Provincia, Politica

Impugnativa riforma Province. Era già tutto previsto

Arriva alla "madre" di tutte le riforme del Governo Crocetta un altro stop

La dote della politica siciliana, riconosciuta ormai da tutti, è una : l’approssimazione per lasciare tutti politicamente contenti e gabbati! 

Normale, naturale, prevedibile che la legge sul riordino delle Province non sarebbe passata inosservata al Consiglio dei Ministri, tanto era difforme con la norma nazionale.

Logica conseguenza è l'impugnativa. Adesso tocca alla Giunta regionale a mettere l’ennesima pezza ad una riforma venuta già male e a portare le modifiche suggerite dal Governo nazionale che dovranno comunque riuscire a superare Sala d’Ercole.

Tutto questo  richiederà un lasso di tempo, di un paio di mesi, per sforzarci di essere ottimisti. Perché già i deputati su una data si sono messi tutti d’accordo. Fare coincidere l’elezioni delle prossime amministrative con le elezioni dei Liberi Consorzi e Città metropolitane. Questo comporterà un ulteriore stallo di quello che resta delle ex Province, ormai commissariate ad oltranza da vertici amministrativi che fanno solo i conti con le emergenze.

Intanto, i trasferimenti dello Stato continuano a ridursi in maniera insopportabile per i bilanci delle ex Province. 

I dipendenti, seriamente preoccupati,  invocano l’intervento dei sindacati, dal momento che le dichiarazioni del rappresentante di Renzi In Sicilia, Davide Faraone, non sono ottimistiche. 

Ancora una volta le ex Province che devono erogare servizi al territorio si trovano a gestire il nulla nonostante le richieste per servizi fondamentali, quali strade, scuole e disabili.

Intanto, incombe un’altra incertezza dovuta alla non automatica proroga degli attuali commissari, in scadenza il prossimo 31 dicembre.