Reddito minimo di inserimento. Il presidente Salerno convoca i sindaci venerdì 25 luglio.
La misura di intervento economico, a favore delle classi più disagiate, è stata adottata dal governo dell’Ulivo nel 1999. Inizialmente riguardava 39 comuni in tutto il territorio nazionale; in un secondo momento, invece, più precisamente nel 2000, il provvedimento è stato esteso, con la legge 388, a tutte le realtà interessate da iniziative di programmazione negoziata, come i Patti territoriali, gli Accordi di programma, i Contratti d’area nel Mezzogiorno. Con il governo Berlusconi, il Reddito minimo è stato escluso dalla programmazione economica. A scendere in campo, a difesa del RMI, due politici della Margherita, il senatore Michele Lauria e l’onorevole Giovanni Burtone che nell’ottobre del 2002 hanno presentato due interrogazioni, rispettivamente al Senato e alla Camera, per rivendicare l’ ammortizzatore sociale che vedrebbe penalizzato il Meridione ed in particolare le aree più svantaggiate della Sicilia. Il presidente Salerno, nel corso della riunione, metterà l’accento sul paventato pericolo, legato all’ordine pubblico, in tutti quei i comuni dell’ennese che, tra l’altro, si sono distinti per un uso corretto del provvedimento. I beneficiari del reddito minimo percepiscono un assegno mensile che si aggira intorno a 500 Euro e vengono utilizzati nell’ambito di un programma predisposto a livello locale. Il capoluogo ennese e tutto l’hinterland usufruisce del reddito minimo grazie anche all’interessamento del senatore Lauria, allora sottosegretario di Stato, e dell’allora deputato alla Camera dei ds, Gaetano Rabbito, i quali riuscirono a fare inserire tutti e 20 i comuni nell’elenco degli enti locali destinatari della disposizione di legge. Sono circa 2 mila, di cui circa 350 nel capoluogo, i lavoratori occupati nell’ambito del reddito minimo.
Il capo Ufficio Stampa
Daniela Accurso