Le Province in attesa di cosa?

Ritornano le Province?

La legge di ripristino  che non c’è.  Via come se nulla fosse, con una votazione (quasi) ad unanimità dall’Assemblea Regionale Siciliana. E proprio a sala d’Ercole (quasi) tutti ad esultare.  Le Province non ci sono più. Via la “manciuglia”, come sosteneva circa 5 anni addietro il presidente della Regione, Rosario Crocetta.  Ma il “dopo“ purtroppo è stato un tragico epilogo che non ha portato la tanta rivoluzione sperata, se non ad un commissariamento dei 9 enti ad oltranza. Lasciando così un primato mai registrato nella storia della politica siciliana. Non decidere cosa fare di questi enti locali. 

Adesso queste realtà si chiamano Città metropolitane (per le macro-aree di Palermo, Catania e Messina, con a capo i  sindaci delle città capoluogo) e Liberi consorzi nelle altre 6 postazioni geografiche: Trapani, Agrigento, Caltanissetta, Enna Ragusa, Siracusa, governati, lo ripetiamo, da commissari straordinari in proroga continua.

La mancanza di finanziamenti nazionali aggravata dal prelievo forzoso ha determinato per le Province siciliane disagi e disservizi enormi. Strade dissestate, difficoltà a garantire l'assistenza ai disabili, scuole di secondo grado non in sicurezza. Solo nel territorio ennese, con ben oltre mille chilometri di viabilità provinciale circa il 70 % delle arterie rimangono chiuse perchè non si può dare corso alla manutenzione. Le somme stanziate dalla Regione sono state sufficienti a garantire in extremis solo l'ordinarietà. Gli enti da 5 anni non sono stati messi nella condizione di effettuare una programmazione economica triennale gestendo così sole le emergenze. Garantire stupendi e servizi è stato quasi impossibile come per Siracusa che con un buco di circa 19 milioni di euro è in arretrato con il pagamento delle mensilità. Con le conseguenze del caso, proteste, minacce, occupazioni delle vie cittadine. Ma come per magia, tutto quello che pare definitivo, si può ribaltare. Così un fronte trasversale del Parlamento dell’Isola, due mesi addietro, da Pd a Forza Italia, ci ripensa e vuole tornare al passato, con elezioni dirette di presidenti e consiglieri, fissate non prima di febbraio 2018. Il disegno di legge deve ancora essere votato dall’Ars, e la classe politica siciliana pecca stranamente di ingenuità. A novembre, difatti, esattamente il 5, i Siciliani saranno chiamati alle urne. Ed ancora gli scenari della vittoria sono molto lontani.  L’unica certezza la incassa il Movimento 5 Stelle che non vuole più le Province e dunque manderebbe in soffitta la legge di ripristino, ammesso che sia votata prima della scadenza naturale di questo Parlamento. I pronostici sono ancora nebulosi.  L’unica certezza è che le Province resteranno commissariate fino al 31 dicembre.

Print
Commenti

Categorie: La Provincia, PoliticaNumero di visite: 4067

Tags: ARS Province siciliane

Theme picker


Ultime notizie

«marzo 2024»
lunmarmergiovensabdom
26272829123
45678910
11121314151617
18192021222324
25262728293031
1234567

Archivio

Seguici su YouTube

Seguici su Facebook