16
giu
2017
Il Tele lavoro negli enti pubblici
E' legge e disciplina il rapporto dei dipendenti che vorranno lavorare da casa
Si chiama smart working ed entro 3 anni, in ogni amministrazione, fino al 10% dei lavoratori pubblici, che ne faranno richiesta, potra' destinale i dipendenti aquesta modalità, mantenendo inalterate posizioni acquisite e carriera. Nelle aziende private si chiama telelavoro ed è una tecnica già ampiamente sperimentata anche nel nostro Paese. Adesso la pubblica Amministrazione, con notevole ritardo, rispetto alle innovazioni ed al nuovo modo di pensare il lavoro, così come dichiara la ministra competente, Madia, precisa che gli Enti pubblici non dovranno fare le pulci ad orari di presenza fino ad oggi regolamentate da discipline inflessibili, ma andranno avanti “ per obiettivi e produttività.” “Risultati che – secondo la ministra - grazie ai nuovi sistemi di valutazione delle performance nella p.a., verranno monitorati, misurati e connessi al potenziamento tangibile dei servizi." Perché questo nuovo modello diventi operativo avrà bisogno dei Comitati Unici di Garanzia. Lo smart working chiama a raccolta le amministrazioni pubbliche per mettersi al passo con questa nuova legge che non prevede alcun aggravio di spesa,ma fissa obiettivi annuali per l'attuazione del telelavoro,con la sperimentazione di nuove modalità di spazio e di tempo per svolgere le attività in forma più agile e fuori dall’ufficio.” La legge si rifa’ alla flessibilità lavorativa, dunque, basata sulla valutazione per obiettivi e la rilevazione dei bisogni dei dipendenti, anche a fronte delle esigenze di conciliazione tra vita- lavoro.
E così le amministrazioni avranno il compito di valorizzare le risorse umane, razionalizzare quelle strumentali disponibili, all’insegna della produttività e dell’ efficienza. In questo modo tutto il personale, dirigenza e non ,sarà maggiormente responsabilizzato a “ riprogettare lo spazio di lavoro,facendo uso di tecnologie digitali.” In questa direzione le pubbliche amministrazioni valuteranno il rendimento mentre i dipendenti beneficiari potranno conciliare in modo più consono la loro qualità della vita .Il tempo a disposizione per regolamentare tutta la normativa scade tra tre anni.