Ed intanto gli Enti languono.
Accartocciati su se stessi. Gli enti ormai senza identità si lasciano cullare dall’indifferenza più assoluta.
Non si puo’ chiamare ignavia, ma neanche dinamismo il sentimento che accomuna tutte le (ex) Province, demolite dalla legge Delrio e riabilitate dal referendum costituzionale del 4 dicembre
Mentre in Italia si nota un certo fermento grazie ai presidenti delle Province che rivendicano ruolo, competenze, funzioni e risorse, in Sicilia, come sempre, è un’altra musica.
SI aspetta l’approvazione della legge finanziaria, che slitta di mese in mese, per poi puntare i riflettori sul destino degli enti intermedi.
Pare,secondo voci molto attendibili della politica isolana, che accordi trasversali puntino sulla possibilità di indire elezioni dirette per le Province,ma l'utlima parola spetta all’Ars.
Il sentimento comune che alberga ormai tra i dipendenti è la mancata credibilità di palazzo dei Normanni nei confronti degli enti locali, commissariati da 4 anni e mezzo circa.
Anche i sindacati,fino ad oggi, non di esprimono,nenanche con un laconico comunicato stampa per un pressing su deputati e governo.
Sarà per questo motivo che i rappresentanti RSU di Catania, Messina e Siracusa hanno indetto un incontro a Catania ,lo scorso 27 marzo, a cui non ha preso parte quasi nessuno.
Così mettono nero su bianco ed inviano un accorato appello alle organizzazioni sindacali.
L'’assenza della maggior parte dei colleghi RSU e dei soggetti sindacali con i quali si sono condivise le iniziative a difesa dei lavoratori degli enti di area vasta siciliani-scrivono- ci mette nelle condizioni di sollecitare l’adozione di iniziative regionali unitarie, finalizzate alla definizione della delicata vertenza ancora lontana da possibili soluzioni politiche e finanziarie,anche alla luce delle dichiarazioni della seconda Commissione all'Ars del 14 marzo che lascia presagire drammatici scenari per i dipendenti ed i territori siciliani.”
Il continuo slittamento dell’approvazione della legge finanziaria regionale e la manifesta insufficienza di risorse del Governo siciliano,oltre ai mancati interventi dello Stato (il decreto Enti Locali sarà riservato solo alle regioni a statuto ordinario), mette la Sicilia in una condizione preoccupante e paradossale.
La riforma delle Province annunciata dal governatore Crocetta è rimasta sulla carta.
Occorre una unanime presa di coscienza,dicono le RSU, dal momento che nessun ente locale si trova nelle condizioni di chiudere il bilancio del 2017.
A questo punto, oltre ad invitare le orgaazzazioni di categoria alla indizione di assemblee in ogni singolo ente siciliano, lanciano un messaggio di tempestività per tenere alta la guardia e porre fine ad una agonia senza precedenti alle organizzazioni sindacali regionali.
Difatti, secondo la direttiva dell’Ars, le ex Province sarebbero commissariate oltre la legislatura, e dunque fino a dicembre prossimo.
Da quella data il nuovo Governo dovrebbe assumere decisioni che comunque, visti i tempi tecnici e fisiologici della politica, porterebbero alla prossima primavera, se tutto dovesse scorrere liscio.
E questo è un grottesco ed emblematico paradosso di una Sicilia che è veramente al tracollo.