Il primo step è fissato per il prossimo mercoledì 15 marzo, quando il disegno di legge sul riordino delle Province approda in Commissione, alla presenza dei capigruppo all’Ars per una presa visione.
Sarà comunque un incontro interlocutorio,così come spiega il presidente della Commissione Affari Istituzionali, Salvatore Cascio, il quale promette di andare avanti ed anche oltre.
Procediamo con ordine. In questi giorni al lavoro per un "supporto" tecnico all’emendamento è stata individuata un’esperta del settore, Francesca Leotta,la quale consegnerà il dossier nelle mani di Cascio.
Da quel momento il politico lo illustrerà ai suoi colleghi competenti in materia e successivamente, ma si tratta di solo di qualche giorno, volerà a Roma.
Qui si terrà un incontro istituzionale con il ministro per il Mezzogiorno a cui sottoporrà la legge.
Da quel momento si aspetterà l’ok dal Consiglio dei Ministri che sarebbe sempre un passaggio informale,ma già fornirebbe una indicazione di massima. Una sorta ,questa, di benedizione dall’alto per procedere,immediatamente dopo, al vaglio dell'aula cui verrà sottoposta la legge per la sua approvazione.
Un interrogativo è d'obbligo. Se dal Governo centrale non dovessero prevedere notizie positive?
Cascio ha già il piano B.
“Stiamo lavorando perché dovremmo mostrare, con le carte in regola, la nostra autorevolezza legislativa e comunque resistere in giudizio, in caso di impugnativa della legge da parte di Roma”.
E dunque anche se Palazzo dei Normanni dovesse trovare l’opposizione di palazzo Chigi, l’Assemblea regionale siciliana dovrebbe procedere lo stesso.
Ma la maggioranza all’Ars è d’accordo? “Non abbiamo fatto la conta -spiega il politico- però riscontro parecchie adesioni”.
La data del voto a suffragio universale a giugno, però, si allontana. Anche a volere correre contro il tempo, le fasi amministrative non sono così ravvicinate.
Se ne parlerà a settembre? Il presidente della Commissione allarga le braccia e fa intendere di non avere la sfera di cristallo.
Una cosa è certa, si respira nei corridoi del Palazzo, aria di elezioni per le Province, prima della scadenza naturale della legislatura.