Province. Giù la maschera

Le mission della Lantieri sono sempre più scoraggianti

Ormai l'assessore alle Autonomie Locali un giorno si ed uno no è a Roma.

Si vocifera, però, che il Governo sia sordo a qualsiasi richiesta di stanziamento di fondi.

 Le speranze si sono ormai  vanificate nel diniego assoluto da parte della politica del Premier che non ne vuole sapere di aiutare la Sicilia.

Dalla capitale  il messaggio assume  la stessa  cadenza di un disco incantato : nessuna particolarità per la Sicilia.

 Equità per tutte le regioni. Ergo, nessun intervento straordinario  per l'Isola. 

E dunque se ne lava le mani Renzi ed il suo staff che ribadiscono quanto ormai detto e stradetto in ogni occasione di qualsiasi natura: no aiuti, no risorse. 

Anche se non meno di 6 mesi fa fu proprio l'assessore regionale all'Economia, Baccei, a confermare :approvate la Delrio e arrivano i soldi. Poichè in verità la Delrio non è stata approvata tout court, ma solo in parte, ecco le conseguenze.

Stessa cosa afferma Faraone, proprio ad Enna, nel corso di un incontro,risalente ad un  mese addietro, coi sindaci, ad Enna,quando ipotizza un'agenzia dove collocare i contrattisti e la mobilità per i dipendenti a tempo indeterminato verso gli enti locali.

 Ma non è dello stesso avviso la Lantieri, la quale ingaggia una vera e propria battaglia a favore dei precari, ferma nella decisione che prima devono stabilizzarsi  i lavoratori con contratto a tempo determinato e poi vengono i dipendenti pubblici.

 Quindi se le posizioni dei due  rappresentanti dei Governi non coincidono, come può mai trovarsi una linea di condotta comune?

Se l'assessore regionale andasse a proporre la strategia di Faraone, forse il Governo centrale si ammorbidirebbe. 

Ma dalle dichiarazioni della stessa Lantieri è esclusa ogni ipotesi di intervento in tal senso.   

E’ come se si trattasse di una punizione ancestrale che si abbatte sulla testa non dei politici siciliani, perché sono garantiti, assicurati, privilegiati e posizionati, ma su quella dei dipendenti delle ex Province e degli utenti.

Escludendo le tre città metropolitane cui tra meno di un mese i sindaci avranno solo il compito di gestire l’enorme flusso di denaro che arriverà nelle casse degli Enti, i 6 enti rimanenti, i più disastrati Enna e Ragusa, non hanno più cosa fare, se non mandare a casa il personale e non erogare più servizi.

A questo proposito risale proprio a ieri mattina la visita di due capi di istituto alla Provincia per rivendicare il pagamento delle utenze. E’ chiaro che il loro intervento è un atto dovuto, poiché anche i capi di istituto sono a conoscenza del fatto che non potranno più accendere luce, computers, termosifoni e dovranno convivere con l’emergenza crepe, solai che andranno a cedere e quant’ altro di disastroso si prospetterà da qui ai prossimi mesi. 

Stessa cose per le strade provinciali, piene di buche,fossi e dune, chiuse al transito per il 60 % della viabilità del territorio. 

E non si escludono altre chiusure di arterie, nelle prossime settimane.

La politica ha fallito. E’ questo il risultato di temporeggiamenti, decisioni mancate, lotte intestine,in tre anni e mezzo di commissariamento degli Enti.

Chi ha il coraggio di ammetterlo dovrebbe anche chiedere le dimissioni di un presidente della Regione che non ha garantito gli enti pubblici, giocando sulla pelle dei Siciliani. Tutti. Già, perchè non è ancora chiaro che, sospendendo i servizi, i territori non saranno più in grado di avere garantito un minimo di vivibilità.

Intanto le Rsu dell’ex Provincia hanno chiesto un incontro alla commissaria, Angela Scaduto, per lunedì prossimo e la convocazione della delegazione trattante.

Sul tavolo, si vocifera anche la richiesta di una immediata istituzione di un tavolo permanente con i sindacati ed una provocatoria richiesta di dimissioni di tutti i Commissari.

Il problema deve essere al vaglio del territorio e deve esplodere nella sua drammaticità.

Solo così, forse, i ragionieri della politica potranno trovare un èscamotage per tentare di chiudere i bilanci degli Enti. 

Tanto la strategia del Governo si è capita: tenere con il fiato sospeso 4.200 dipendenti, oltre i precari, sine die.     

 

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Tags: Lantieri;Crocetta; Baccei

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