La colpa è di tutti e di nessuno. Succede sempre così, quando ci sono troppi responsabili per una posta in gioco troppo alta.E nonostante interessamenti, riunioni, viaggi, missioni, bla, bla, bla, ancora la partita Palermo-Roma non si disputa.
A centrocampo gli assessori regionali, Lantieri e Baccei, che, dopo l'approvazione all'Ars della legge discutibile sul riordino delle ex Province, non comunicano.
Cosa? L'apertura del tavolo di concertazione con il Governo Renzi.
A questo punto scendono in campo, con evidente ritardo, i sindacati che inviano agli assessori una nota di sollecito per ...sollecitare Roma.
Un patatrac tutto all'italiana, anzi alla siciliana, che è ancora peggio, per fare emergere la strategia inesistente da parte del presidente Crocetta. Tutto andrà come deve andare.Da Palermo i politici giurano che alla fine, tradotto nel linguaggio comune all'ultimo momento, si fronteggerà l'emergenza, tappando una voragine con un filo d'erba. Giusto per brancolare nel semi buio qualche mese e poi far venire fuori il bubbone Province per l'ennesima volta. La prova provata è la proroga dei commissari fino a settembre, proprio per lasciare gli Enti nell'oblio più assoluto.
Se dipendenti, utenti e sindacati non presseranno con azioni forti il Governo, la speranza di un esito favorevole è sempre più flebile. Non basta una laconica lettera, a firma della Triplice, indirizzata al Governo, serve polso duro e voce grossa da parte di tutti.