Ex Provincia. Facciamo chiarezza

Forse non tutti sanno che...

I soldi ci sono. Anzi no. Si, sono stati stanziati. Non è così.

Cosa sta succedendo?

Il tam tam delle voci che si rincorrono giocano a sfavore dell'Ente.

Le domande ricorrenti nell’immaginario collettivo si ammantano di dicerie, voci riportate e soprattutto tante inesattezze.

Tanto per fare chiarezza occorre sottolineare che se l'ente deve rimanere in vita, occorre mantenere i servizi. Servizi all'utenza che sono essenziali. 

Tra questi le scuole,la manutenzione ordinaria e straordinaria degli edifici scolastici, il trasporto dei portatori di handicap e l'assistenza scolastica e la viabilità provinciale.

A questo punto occorre sapere che la ex Provincia non è in grado di chiudere il bilancio per il 2016, ma neanche quello per il 2017, visto i prelievi forzosi del Governo centrale.

E dunque?

Dunque i 4 milioni e 100 mila euro appena stanziati dall’ Assessorato regionale alle Autonomie locali  e destinati al bilancio dell’Ente servono, ma non sono sufficienti. 

In un dettagliato report del dimissionario dirigente all ’Economia, si legge che mancano all’ appello ancora 3 milioni e 700 mila euro per garantire servizi e stipendi fino al prossimo mese di dicembre.

E nel frattempo si attende la manovrina di bilancio che dovrebbe andare in aula il prossimo mese di novembre, in cui si prevedono stanziamenti per tutte le ex Province nell’ ordine di circa 20 milioni di euro. 

Sempre troppo pochi per andare incontro alle spese vive e sostenibili. Per chiudere il cerchio, dunque, agli Enti di secondo livello siciliani occorrono altri 130 milioni di euro. 

Una somma,questa, irrisoria per il Governo centrale,che, a quanto comunicato dall’ assessore regionale alle Autonomie locali, dovrebbe aprire un tavolo di trattative con l’Esecutivo siciliano, a breve termine. Per non parlare dell'osservatorio regionale, istituito lo scorso mese di giugno e mai più convocato, strumento indispensabile per parlare di funzioni, mansioni e dipendenti.  

Una nota a parte per i precari. Beneficiari nel bilancio 2015 di una legge che li equiparava ai colleghi dei Comuni in disteso,oggi in assenza di quella condizione sono al palo da due mesi. Sono in attesa della proroga economica per rientrare in servizio ed attendere di essere inseriti, il prossimo gennaio, nel cosiddetto bacino unico, chiamato Resais, i cui contratti dovrebbero trasformarsi a tempo indeterminato.

       

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Categorie: La Provincia, PoliticaNumero di visite: 4122

Tags: Crocetta;Precari;Resais

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