giovedì 27 marzo 2003

Istituto zooprofilattico provinciale. Pronto il progetto di massima.



E’ stato redatto dalla Provincia regionale il progetto di massima per la realizzazione dell’istituto zooprofilattico, ad Enna bassa, in contrada santa Lucia, in un luogo di proprietà del Comune, che ha già reso disponibile l’area, destinandola espressamente a tale scopo, nella variante al P.R.G. in corso di approvazione.
L’accesso al complesso è previsto all’interno dell’Ente Fiera, in prossimità dell’ingresso principale. La sua ubicazione è tale da garantire i collegamenti con gli altri centri del territorio e della regione. Il terreno interessato, per le sue condizioni morfologiche, si presta bene alla sua destinazione. La struttura, progettata secondo i crismi della funzionalità, è organizzata in differenti blocchi. La particolare articolazione, la distribuzione dei percorsi di collegamento con le altre strutture concorrerà a dare l’immagine di un grande padiglione fieristico. L’impianto avrà vari laboratori: batteriologia, alimenti, preparazione dei terreni, sterilizzazione, chimica, sierologia, fecondazione artificiale. Previsti gli uffici, la direzione, la segreteria, la biblioteca ed una grande sala convegni.
La nascita dell’istituto scaturisce dall’invito da parte dell’istituto zooprofilattico sperimentale della Sicilia, nell’ambito della valorizzazione di tutte le produzioni legate alla zootecnia, all’Amministrazione provinciale, al fine di attivare le procedure necessarie per la realizzazione della sezione provinciale. Spiega Galvagno ” Le forze sociali e produttive del territorio ritengono ormai indispensabile avere una sede distaccata anche nel nostro capoluogo, in modo da avviare sistematicamente, con i necessari dovuti controlli sanitari, tutte le produzioni legate alla zootecnia, comparto altamente produttivo, ma estremamente fragile, con una elevata incidenza sull’economia generale della provincia di Enna.”
La provincia conta 1.500 aziende zootecniche con una popolazione bovina stimata in circa 80 mila capi e 200 mila capi ovi-caprini, con un fatturato annuo stimato in oltre 250 milioni di Euro. In questi ultimi anni è avvenuta una trasformazione del comparto che ha migliorato le produzioni e la qualità, in una ottica di mercato competitivo. Gli allevatori della provincia hanno recentemente ottenuto notevoli riconoscimenti nazionali ed internazionali sulla qualità dei capi allevati. Le produzioni, però, secondo le esigenze degli operatori, potrebbero essere migliorate con l’utilizzo di moderne tecnologie e con il controllo diretto dell’Istituto.” Per contribuire a migliorare la qualità e la tutela della salute pubblica, è necessario promuovere sugli alimenti, un’azione continua di sorveglianza attivata capillarmente che sarà svolta dall’Istituto stesso. Numerosi i compiti dell’organismo, tra cui l’attività tecnico-scientifica, nell’ambito del controllo di malattie infettive che possono essere trasmesse tra gli animali domestici, il controllo sulla salubrità degli alimenti di origine animale e le zoonosi, come la lingua blu, oltre al monitoraggio delle problematiche sanitarie nel settore zootecnico. “Eviteremo così agli allevatori - aggiunge Galvagno - di affrontare periodicamente trasferte per il controllo dei loro capi. Fino ad oggi gli operatori sono costretti a recarsi in altri capoluoghi siciliani, Caltanissetta, Catania o Palermo, per sottoporre i capi alle indagini sanitarie necessarie ad accertare eventuali patologie.”

IL Capo Ufficio Stampa
Daniela Accurso





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