giovedì 28 aprile 2005

“Colture erbacee strategiche per lo sviluppo delle aree interne”. Convegno, mercoledì, 27 aprile, auditorium ASI

Gli agricoltori della terra di Cerere, che per millenni si sono occupati prevalentemente di cerealicoltura, oggi, per gli effetti della Politica Agricola Comune, che ha ridotto notevolmente gli incentivi comunitari a sostegno della produzione di grano, e del fenomeno della globalizzazione si trovano ad un bivio. Chiudere le loro aziende, perché produrre solo grano duro non è più conveniente, oppure introdurre, per sopravvivere, anche nuovi tipi di coltivazioni alternative, da affiancare alla produzione di grano, sfruttando magari le innovazioni offerte dalla ricerca scientifica. Di queste nuove prospettive di produzione e del futuro delle aziende agricole del territorio se ne discusso ampiamente, mercoledì mattina, nell’auditorium dell’Asi di Dittaino durante il convegno promosso dall’assessorato provinciale all’Agricoltura che ha avuto come tema centrale “le colture erbacee strategiche per lo sviluppo delle aree interne”. La giornata di studio ha visto la partecipazione, tra gli altri, di numerosi agricoltori, dei rappresentanti delle associazioni di categoria, dei componenti la III° Commissione consiliare e di una delegazione di giovani studenti universitari. Le relazioni affidate a diversi studiosi dell’ateneo di Catania, sono state centrate in gran parte sulla possibilità di avviare nel territorio dell’entroterra delle coltivazioni erbacee alimentari o per uso energetico alternative che potrebbero contribuire alla ripresa economica del settore. Grazie al rapporto di collaborazione avviato da tempo dalla Provincia con l’Università di Catania sono state già eseguite diverse sperimentazioni sulla collina ennese, in particolare nei terreni di contrada Geracello, dove si sono osservati i cicli produttivi di alcune colture, quali il carciofo, la patata i legumi, ecc.. Relativamente al carciofo che si produce prevalentemente nelle zone costiere della Sicilia si è osservato che nella collina ennese la pianta ha una produzione precoce e un elevato ritmo di crescita, favorita dalle temperature fresche. Il carciofo prodotto nelle colline ennesi avrebbe il vantaggio di arrivare nei mercati nel periodo di dicembre, quando non vi è produzione nel resto dell’Isola. Un'altra proposta alternativa alla produzione di grano è stata quella di produrre colture energetiche destinate a fornire biomassa per la produzione di energia elettrica e biodiesel, in vista anche della realizzazione di un impianto di trasformazione che dovrebbe sorgere a Dittaino. L’assessore provinciale Cinzia dell’Aera, nel suo intervento conclusivo, ha puntato il dito contro la globalizzazione che cancella le tradizioni e le identità dei territori e contro una politica economica comunitaria che penalizza le aree interne. “Dobbiamo contrastare questi modelli di produzione e dobbiamo invece favorire una politica mirata alla valorizzazione delle singole specificità territoriali e delle colture di qualità puntando alla realizzazione delle filiere. Ritengo che dalla ricerca scientifica, dall’esperienza degli agricoltori e soprattutto da una certa volontà politica - ha concluso l’assessore - si possa costruire insieme un percorso unidirezionale che valorizzi la produzione di grano, incentivi le coltivazioni alternative e realizzi le filiere produttive nell’ambito dell’agroalimentare per ridare sviluppo e futuro alle aziende del territorio”.

L’Ufficio Stampa
Rossella Inveninato
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