Deidier poeta elogia Enna

Una poesia dedicata alla città capoluogo dal più accreditato poeta italiano

Enna celebrata da uno dei massimi poeti italiani, Roberto Deidier, romano di nascita, metà francese e metà napoletano di origini,si sente a casa sua “sotto la luna dei Borboni”, ma ha deciso di mettere su casa a Palermo,dove insegna letteratura comparata all’Università, dopo aver fatto spola con l’università ennese” Kore”. Le sue odi sono seducenti immagini di una Sicilia fluttuante,caratterizzata da scorci di mare e cime di montagna,che mostrano la vita,con il suo respiro e le sue pulsioni, fondono la curiosità di vedere e di affascinare, il desiderio di viaggiare in un mondo di suggestioni tenuto in esercizio con le strofe. Tutto lo ispira, dalle rigogliose montagne degli Erei, al mare blu della costa palermitana,al piatto fumante di pasta con le sarde o dei polpettoni a sugo. Ama la Sicilia ed i suoi anfratti,cerca di stare a contatto con i luoghi dove si respira l’identità. Sfumature,queste,da cogliere nella sua antologia “Questa folla viva”,pubblicata tra il 2001 ed il 2002,curata dai Quaderni di Orfeo,una casa editrice d’arte milanese. Scrive poesie a distanza, nel senso che i luoghi lo rapiscono, ma poi deve allontanarsi per trovare la giusta intonazione delle parole “Ho bisogno della lontananza che nel tempo è qualcosa da sedimentare per lavora nel profondo. E la creatività, magica ed inafferrabile compagna ti porta dove vuole lei.” Dopo aver lasciato i luoghi da cui è stato rapito,Roberto ,senza preavviso, avverte un ritmo lento che “diventa significato,poi frasi, con un ritorno musicale. Distillo le parole, faccio molta auto censura. Questa è la poesia. Uno spartito da eseguire con il suo ritmo e la sua musica interna.”Non bisogna mai arrendersi, ma continuare a “vedere “ e dunque scrivere per scrutare il caleidoscopio di un amore viscerale per la Sicilia,con la sua mancata occasione di diventare la “ California d’Europa”, a causa della negligenza e dell’indifferenza dei suoi abitanti.”Non smetterà, però, di amarla, questa isola, descritta, in una delle sue poesie, come “faccia, mappa, segno ambito dalla rovina che ogni muro avvolge.”

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Categorie: Costume e SocietàNumero di visite: 5837

Tags: Roberto Deidier

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