La Porta di Ianniscuru per accedere all'antica Città

Tra i vicoli del quartiere Fundrisi, lungo l'itinerario federiciano

Un sito storico-architettonico di grande rilevanza ancora poco valorizzato dalla Città, poiché lontano dal circuito turistico ordinario del capoluogo ennese, si trova nei pressi dell'antico quartiere di Fundrisi, caratteristico per le tipiche viuzze strette e tortuose. Quest'area situata nella zona sottostante la chiesa dello Spirito Santo, circondata da grotte e collocata in una delle zone più spettacolari di Enna, si apre allo sguardo del visitatore incastonata in un incantevole paesaggio mozzafiato da sembrare un dipinto. In origine, le porte di ingresso alla città di Enna erano sette: Porta di Lombardia, Porta S.Agata, Porta Kamut o Porta dei Saraceni, Porta Palermo, Porta di Papardura, Porta Pisciotto e Porta Janniscuru come testimoniato da un documento del 1575 di particolare importanza conservato presso l’Archivio di Stato di Enna dove in relazione al divieto di far entrare persone e merci per evitare il contagio della peste, vengono elencate le porte della città: S. Biagio, Pisciotto e Cirasa, Papardura, San Filippo a Lu Munti, Jamuti, San Nicola, Janniscuro, Montesalvo, Porta Palermo e S. Paolo. Fonti molto antiche segnalano altre porte della città, come la veduta assonometrica di frate Jacopo Assorino del 1584, conservata presso la Biblioteca Angelicana di Roma, che cita la Porta di Scirasa. Esse svolgevano un ruolo importante come uniche brecce delle possenti mura di cinta che fortificavano e sorgevano nei punti strategici di Enna; una volta chiusi i punti deboli delle rocche, la città diventava sicura e inespugnabile giustificandone le attribuzioni di Urbs Inexpugnabis “Quando nel 1926/27 Castrogiovanni venne eletta a capoluogo di Provincia e riprese l'antico nome di Enna, per servire la nuova provincia, venne sventrato il quartiere di san Domenico, con l'antico convento, con le tante case più povere e con il rifacimento dell'antico palazzo Grimaldi di Geracello in forme neo romane, qui la piazza cuore del potere provinciale, il palazzo del Governo, quello delle corporazioni, quello della banca d'Italia, quello dei funzionari (INCIS) nonché, di lato, la Questura. Contemporaneamente caddero ad una ad una anche le porte medievali: il Pisciotto, per far spazio ai vagoni di un circo, la Portosalvo, la porta Palermo, sacrificata al nuovo palazzo delle poste, Papardura, in data imprecisata, sant'Agata, per l'allargamento della strada di accesso.L'unica superstite delle diverse porte che difendevano la città di Enna, rimase la monumentale Porta di Janniscuru, ristrutturata probabilmente durante la dominazione araba, quando il califfo portò a compimento significative opere di fortificazione in città, come il recupero del castello di Lombardia. Di particolare suggestione è la collocazione della Porta che, situata nel mezzo di una breve scalinata in pietra, sorge ai piedi di una rupe, a poche decine di metri dall' ingresso nel quartiere dello Spirito Santo. Presenta un aspetto massiccio e imponente e ancora oggi conserva un arco a tutto sesto, subito dopo l’arco, a sinistra si apre l'importante e particolare grotta della Guardiola. A pochi metri, troviamo la grotta della Spezieria, con 65 nicchie intagliate nelle pareti, che forse un tempo ospitavano statuette votive. Il recente restauro della porta di Janniscuru , rientrante nelle opere di riqualificazione dell'antico quartiere Fundrisi, ha restituito ad essa l'antico splendore.Da qualche anno questo luogo così suggestivo fa da scenario alla rievocazione dell'arrivo di Federico II di Svevia durante le manifestazioni federiciane. Enna nei suoi quartieri più antichi e suggestivi, offre dunque al visitatore scorci caratteristici,dove gli affascinanti grovigli di vicoli stretti e tortuosi con bagli, ponti, scalinate e casette basse costruite sulle grotte, ha saputo mantenere la propria fisionomia antica quasi inalterata nei secoli, rivelando tracce di un glorioso e lungo passato che la vide , oltre tre millenni or sono, roccaforte privilegiata per sicani, greci, romani, bizantini, arabi, normanni, svevi e aragonesi. Per la sua posizione strategica Tito Livio le diede l’appellativo di “Urbs Inexpugnabilis” e Callimaco la definì “Umbilicus Siciliae” per cui le attribuzioni poetiche e le testimonianze storiche hanno ì contribuito all'appellativo di “Belvedere della Sicilia.  


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