Lo aveva detto e lo aveva promesso, non si sarebbe fermato di fronte a nulla. Salvatore Bonferrato, dipendente dell’Asp, come fisioterapista a Regalbuto, non vedente, sposato da qualche mese, è costretto a vivere con i suoi genitori, perchè la moglie, insegnante di scuola, ha visto assegnata la sua cattedra a Brescia.
L’uomo non si da per vinto. Scrive dapprima al ministro della Pubblica Istruzione, successivamente al presidente della Repubblica, Mattarella, per fare sentire le sue esigenze e chiedere di intervenire, affinchè la sua famiglia possa ricongiungersi.
Sono passate alcune settimane e, forse, la soluzione è vicina.
E’ proprio l’unione Ciechi di Enna, con il suo presidente, Santino Di Gregorio, che, per dare man forte a Salvatore, chiede al dirigente dell’Ufficio Scolastico provinciale, l’assegnazione della 104 per la moglie insegnante.
Da allora ad oggi, la novità.
La segreteria del presidente della Repubblica chiede proprio all’ufficio scolastico se abbia valutato la situazione ed individuato iniziative sul caso del non vedente.
Evidentemente la richiesta del fisioterapista ha fatto centro.
“Mi rivolgo a lei– così scriveva Salvatore – massima espressione del cuore della nostra nazione, chiedendole aiuto. Non riesco più a capire cosa sia giusto o sbagliato, in questa mia tragica situazione. Forse, involontariamente, le norme scritte dagli uomini hanno colpito me. Ma se le leggi, o le loro modalità di applicazione, impediscono lo sviluppo della persona, credo che qualcosa sia stato applicato in maniera non corretta, perchè questo penalizza chi, come me, non può difendersi pienamente, essendo un disabile”.
Un gesto dignitoso da parte del fisioterapista che non chiede compassione,ma confessa la sua disperazione.
"Noi non vedenti siamo esseri umani con il loro mondo, fatto di ombre, di dolore e di sofferenza che li ha resi più sensibili, più attenti. Desideriamo solo vivere una vita normale, come gli altri, con moglie e figli.”.