Aspettando di festeggiare il Santissimo Crocifisso di Papardura

Una festa religiosa amatissima dagli ennesi

Lo spirito religioso del popolo ennese si rinnova con la storica festa del SS. Crocifisso di Papardura nell'incantevole cornice del Santuario di Papardura, i cui festeggiamenti culminano nei giorni 13 e 14 settembre. Tra le tante manifestazioni religiose il SS. Crocifisso di Papardura è un appuntamento atteso dalla comunità ennese, in cui gesti e ritualità si tramandano immutati negli anni. E’ anche una delle feste più suggestive dell'entroterra siciliano la cui tradizione ha radici antichissime. Migliaia di fedeli, accomunati dalla fede, dal 12 settembre e per tutto il mese, si recano in pellegrinaggio e in preghiera per rendere omaggio al SS. Crocifisso e per celebrare una delle più antiche feste della città, una festa che affascina per l'atmosfera mistica che si respira. Ricca di fascino è la storia del Crocifisso. Si narra che agli inizi del cristianesimo i pastori e i contadini erano soliti riunirsi nelle grotte, rischiarate dalla luce fioca delle lucerne a olio, sulle pendici di Enna, per pregare la Misericordia di Dio. Nel 1546 dentro una di quelle grotte fu fatto costruire un oratorio e fu fatta dipingere sulla parete una scena che raffigurava la Crocifissione. Le tracce della grotta, che fu ricoperta dai detriti, si persero nel tempo. Secondo la tradizione popolare, intorno al 1600, delle pie donne avrebbero sognato che nella parte più alta di Papardura vi era effigiata l'immagine di Gesù Crocifisso e che diverse persone che avevano pregato in quel logo fossero state miracolate. Rimossi i detriti accumulati nel tempo apparve la grotta e l'immagine di Gesù Crocifisso dipinta su una lastra di pietra. In tutta la Sicilia si sparse la voce dei tanti miracoli e una moltitudine di gente accorse in quel luogo dove nel 1696 su un ponte in muratura fu edificato il caratteristico santuario inglobato nella grotta nella cui parete è rappresentato il SS. Crocifisso. Una scultura del Crocifisso è visibile anche in una suggestiva grotta nei presi del santuario. Si narra che intorno al 1742 gli ennesi vivessero un terribile momento di carestia. Molti fedeli, a piedi scalzi e con la corda al collo, piangendo e pregando, si recarono al santuario per una processione penitenziale. Fu in quell'occasione che in omaggio al SS. Crocifisso e per propiziare un abbondante raccolto di grano furono preparate delle piccole “collorelle” (“cuddureddi”), costituite da pane azzimo biscottato a forma di delta greca (che rappresenta la croce santa), cotto in forno che venne benedetto e distribuito ai fedeli. Il miracolo avvenne: la terra produsse grano in abbondanza che non bastarono i depositi di granaio. Da allora in segno di ringraziamento per la fine della carestia continua la tradizione della preparazione devozionale delle “cudduredde” da parte di centinaia di massaie che si riuniscono in una grotta naturale sottostante al santuario nei giorni antecedenti la festa e che vengono distribuite nei giorni del 13 e del 14 perchè ritenute beneauguranti. Questa suggestiva festa, quasi millenaria, è organizzata dalla congrega dei Massari (una deputazione di procuratori che nel corso dei secoli ha sempre amministrato il santuario, così chiamati perchè la festa è stata voluta dai tantissimi agricoltori che anticamente abitavano in quel luogo) coadiuvati dalle donne di famiglia e dai fedeli. Da allora il santuario divenne un luogo di culto e il SS. Crocifisso viene onorato tutti i venerdì e festeggiato con solenni liturgie, oltre che nel mese di settembre, anche nel periodo di Quaresima.
Il Santuario del SS. Crocifisso di Papardura è arroccato in una splendida cornice rupestre, pienamente immerso nella natura, un’area rocciosa ricca di fonti e grotte, alcune delle quali sono visitabili. Anche l’interno del Santuario, ad una navata, affascina per la straordinaria bellezza e la sua ricchezza decorativa, espressione degli sfarzi tipici del barocco. Si possono ammirare tutt’attorno le statue degli apostoli a grandezza naturale, numerose tele e affreschi del Borremans, decorazioni in stucco del 600 e il meraviglioso soffitto ligneo intarsiato. Di grande pregio è il rivestimento anteriore in argento dell'altare maggiore in cui è raffigurato il “Trionfo della Croce”.
Fin dal primo di settembre inizia la tradizionale “Questua”, ossia la raccolta delle offerte e della distribuzione dei “santini” da parte dei “ massari” che effettuano il giro nei caratteristici quartieri della città con a seguito alcuni muli bardati a festa con antichi finimenti e accompagnati da dei suonatori di cornamuse. La Questua si conclude giorno 13 e all’interno del santuario avvengono le celebrazioni eucaristiche. I riti religiosi culminano giorno 14, giorno in cui, oltre alle celebrazioni delle sante messi, sul Calvario, nei pressi del santuario, in memoria della vita di Gesù, avviene la benedizione con la reliquia della Spina Santa.
Per l’occasione viene allestita in Piazza Europa la tradizionale fiera.
Nell’area adiacente al Santuario si trovano i famosi lavatoi dove anticamente si recavano le donne per fare il bucato. Il nome della località “Papardura” si pensa abbia come significato “località dalle acque perenni e cospicue”, in questo luogo infatti vi è abbondanza di acque. Un’altra interpretazione è nell’origine persiana del termine “papar-dura” che significa acqua sorgente e “dura” (sinonimo di roccia). Furono gli arabi che la denominarono “papardura” per indicare la roccia dell’acqua zampillante.

SI RINGRAZIA IL FOTOGRAFO GIUSEPPE ARANGIO PER LA GENTILE CONCESSIONE DELLE FOTO NELLA GALLERIA


ARTICOLO A CURA DELL'INFOPOINT TURISMO - LIBERO CONSORZIO COMUNALE ENNA





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