Sabato 4 giugno si terrà nella sala riunioni dell'agriturismo Bannata, il convegno sul tema “L’alimentazione appropriata per il benessere psicofisico nelle varie fasi della vita”. Ad organizzare la giornata di studio la pediatra Anna Maria Millauro dell’ambulatorio di Obesità del reparto di Pediatria dell' Umberto I di Enna.
L'obesità è diventata una vera e propria emergenza sociale e sanitaria che impone una serie di azioni necessarie a migliorare il rapporto con il cibo e a modificare lo stile di vita avendo attenzione a ciò che si porta a tavola e alle quantità ingerite. I numeri parlano chiaro di come il problema riguardi un numero sempre più crescente di soggetti a partire dai più piccoli.
L'Italia è uno dei paesi europei più colpiti dal fenomeno dell'obesità. La prevalenza di sovrappeso in età pediatrica supera di tre punti percentuale la media europea, con differenze geografiche fra Nord 8,2%, Centro 9,3%, Sud 15%. La situazione preoccupante è descritta da Okkio alla salute, ovvero il sistema di controllo che è promosso dal Ministero della Salute e dal centro per il controllo e la prevenzione per le malattie e coordinato dall'Istituto superiore di Sanità. La regione più colpita è la Campania, dove un bambino di terza elementare su due è obeso o in sovrappeso.
"Nell'analisi dei dati per provincia, Enna- spiega la Millauro- si colloca al primo posto con una percentuale del 19% di bambini obesi sul totale della popolazione infantile, seguita da Agrigento 16%, Caltanissetta 15%, Catania 14%, Messina 13%. La percentuale di bambini obesi è maggiore nei piccoli centri urbani e in famiglie i cui genitori hanno un basso livello di istruzione e sono tendenzialmente incapaci di indirizzare i figli verso un corretto stile di vita, composto da sana alimentazione unita ad una regolare attività fisica. Altrettanto frequenti sono i casi in cui i genitori sono incapaci di riconoscere il problema".
L'ASP di Enna ha avviato nel 2014 un ambulatorio per l'obesità e il sovrappeso infantile a cui si può accedere gratuitamente con impegnativa del medico curante.
I piccoli pazienti e le loro famiglie possono iniziare un percorso di rieducazione e cambiamento dello stile di vita attraverso incontri mensili improntati sul colloquio motivazionale; acquisire nuove abitudini come il consumo di frutta e verdura cinque volte al giorno limitare cibi grassi e bevande zuccherate e gasate; promuovere attività sportive e giochi all'aperto riducendo così lo sviluppo di gravi patologie nell'infanzia e nell'età adulta quali steatosi epatica, ipertensione, diabete tipo II e tumori.
"Grazie all'impegno di pediatri, medici di medicina generale, psicologi, nutrizionisti, sarà possibile curare questa ormai definita pandemia - conclude la pediatra- che tanto ci allontana dall'essere i cultori della dieta mediterranea mettendo gravemente a rischio la salute dei nostri bambini e il loro futuro”.