Quanti ricordi all'ombra di quell'albero di fico

Prima fatica editoriale dell'ennese Paolo Fulco che cattura emozioni e ricordi

“Nel silenzio… dei miei ricordi” è il titolo del libro a firma di Paolo Fulco presentato nei giorni scorsi nella sede dell'associazione Mondoperaio. 

Esperto di bandi comunitari portato a programmare e guardare al futuro sente forte il bisogno di custodire e di far rivivere in un manoscritto il passato, catturandone per sempre i ricordi, le relazioni e quel vissuto emozionale da cui partire per dare un senso alle nostre esistenze. 

Un tuffo all’indietro per dipingere una tela dai toni forti, accesi, come le tre storie raccontate, intrise di passioni, di sogni svaniti, di sacrifici, di lotte e di speranze. 

E' un libro che si “beve” tutto di un fiato all’ombra di quell’albero di fico che immobile, è stato scenario delle vicende di tante famiglie. 

Il primo racconto è dedicato alla Zè Ciccina, donna di rara bellezza. Vive un amore osteggiato dai genitori che per lei desidera un matrimonio di interesse. Ma lei si sogna solo con Luigi, il carrettiere, con lui vuole mettere su famiglia. Ma il destino le riserva il peggiore dell’epilogo. Luigi muore prematuramente e lei spegne per sempre il suo cuore. La seconda storia parla della tragedia di Marcinelle in Belgio dove persero la vita 262 minatori. Qui il racconto diventa una vera e propria scalata nei ricordi intimi dell’autore. Il papà di Fulco, Giuseppe, scampato per miracolo a quella terribile tragedia che vide tantissimi siciliani perire, fugge per sempre da quella terra “maledetta” che aveva spazzato via speranze, sacrifici e quella voglia di riscatto. 

“Rivedo mio padre tutto nero- ricorda l'autore- con due luminosi occhi azzurri e uno sguardo che non nasconde il suo grande dolore per la perdita di chi come lui cercava fortuna e un futuro migliore”. 

Il terzo racconto parla di uno dei tanti tabù di quella Sicilia del dopoguerra. Giovanni e Tanina, si amano ma lei è più grande di 10 anni. Uno scandalo che condizionò la loro vita in una Sicilia, dove non si ammettevano deroghe a regole precise e bigotte, che nulla avevano a che fare con l’amore.

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Categorie: Costume e SocietàNumero di visite: 4275

Tags: Paolo Fulco Marcinelle

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