No. Questo sarebbe davvero troppo.
Domani il disegno di legge sul riordino delle ex Province va in aula e già nei corridoi della politica si vocifera che ci sarà un rinvio perchè siamo alle porte delle festività pasquali.
Sarebbe veramente il prodromo della politica illusionista, nel senso che crea aspettative e poi fa prevalere i suoi comodi.
Nonostante l'urgenza di fare più in fretta possibile per non fornire ancora alibi al Governo centrale, l'Ars discute sul voto ponderato dei presidenti degli enti intermedi, o su questioni che esulano dalla disperazione e dall'ansia in preda a dipendenti e utenti.
De resto che hanno da dire? I soldi non ci sono.
La legge avrà una copertura immaginaria. Renzi dovrà emettere immediatamente un decreto salva Sicilia, ammesso che lo faccia.
E l'Isola si spacca. Da una parte i vertici amministrativi provinciali che allargano le braccia e non vogliono neanche immaginare i scenari disastrosi incombenti e sempre più ravvicinanti; dall'altra una grossa fetta di politica vede tutto roseo, rassicura sulle problematiche stipendi e servizi; dall'altra ancora una fetta di politica reticente dice e non dice.
In ogni caso la verità è che si sono accorti della grande, stragrande approssimazione che ha portato l'Ars fino a questo punto. Si profilano,però, nuove azioni legali amministrative. Contro chi? Per che cosa?
Per il momento bocche cucite. Ma di certo le ex Province non stanno con le mani in mano.