lunedì 20 ottobre 2003

Richiesto lo stato di calamità congiunto dalle Province Regionali di Enna e di Catania.

Il presidente della Provincia, Cataldo Salerno, questa mattina ha aperto il tavolo tecnico che ha visto i 20 sindaci del territorio ennese a confronto per valutare i danni causati dal nubifragio della settimana scorsa. Prima di passare la parola ai capi delle amministrazioni locali, Salerno ha fatto sapere di avere chiesto e ricevuto la disponibilità del presidente, Raffaele Lombardo, ad inoltrare una richiesta congiunta dello stato di emergenza per entrambe le Province siciliane. Il capo dell’Amministrazione provinciale si è quindi soffermato sul disagio dell’intera provincia ennese. “Quello che si è verificato la scorsa settimana ha dimensioni eccezionali e imprevedibili, ma ha anche ragioni antiche e conseguenze prevedibili. Quando i finanziamenti alle Province vengono continuamente decurtati e per di più commisurati al numero di abitanti piuttosto che alla superficie e alla tipologia del territorio, è inevitabile che poi si debbano registrare disastri idrogeologici come quelli che stiamo inventariando in queste settimane.“ Salerno allarma circa le esigue risorse disponibili “Non abbiamo i soldi per curare il nostro territorio. La provincia di Enna è una delle più estese della Sicilia e si sviluppa principalmente in montagna e in collina. Ovvio che realizzare e curare le strade di montagna è molto impegnativo e costoso. Del tutto scontato che la stessa realizzazione di grandi edifici, come le scuole, richiede più risorse finanziarie per la natura impervia del territorio che caratterizza praticamente tutti i nostri centri urbani. Ma i soldi di cui disponiamo, basati su parametri che tengono ancora conto del numero di abitanti, non bastano neppure per le manutenzioni ordinarie, figurarsi per la messa in sicurezza di tutte le infrastrutture.” Ha lanciato così un appello alle istituzioni “Ora siamo arrivati al punto nel quale si sapeva da tempo che si sarebbe arrivati: senza ingenti investimenti dello Stato e della Regione, la Sicilia interna è destinata a franare, in senso fisico e in senso figurato. Chiediamo l’intervento straordinario ed eccezionale, commisurato all’eccezionalità della situazione, che stiamo vivendo. Non stiamo chiedendo soldi da mettere in cassa o per organizzare spettacoli o eventi mondani, quello che vogliamo è un territorio vivibile e tutelato, per l’agricoltura, per la zootecnia, per il turismo e per la qualità della vita, indipendentemente da chi venga incaricato di realizzare gli interventi. Infatti, in via prioritaria chiediamo che siano direttamente lo Stato e la Regione, attraverso i Dipartimenti per la protezione civile e l’Anas a realizzare le opere che servono. “Ha chiuso il suo intervento, il presidente, con una constatazione allarmante “Quello che è certo e che così non si può continuare. La situazione è drammatica e chiediamo che si intervenga prima che diventi tragica. “ E’ stata, poi, la volta dei sindaci, prendere parte al dibattito ed elencare le emergenze dei comuni di appartenenza. Secondo una prima ricognizione, da parte dell’ufficio tecnico, le realtà più colpite sono Enna, Nicosia, Barrafranca, Aidone, Piazza Armerina, Villarosa e Calascibetta. Al lavoro lo staff tecnico dell’Ente, per quantizzare, dopo le segnalazioni da parte dei sindaci e a seguito dei sopralluoghi di questi giorni, i danni, e stilare una scheda da inoltrare alla regione siciliana, che poi dovrà trasferirla al Consiglio dei Ministri. Unanime apprezzamento, da parte dei sindaci, nei confronti della Provincia che ha allertato tempestivamente il personale, intervenendo capillarmente in tutto il territorio.

Erano presenti gli assessori: Cinzia Dell’Aera e Nicola Gagliardi. I dirigenti dell’ufficio tecnico: Giovanni Petronio, Antonino Castano, Giuseppe Colajanni. Il responsabile del servizio agricoltura, Andrea Scoto.

Il Capo Ufficio Stampa

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