Province. Si capisce o no che siamo ad un punto di non ritorno?

Mentre si assiste allo scaricabarile della politica gli Enti muoiono e con essi i territori

Già’ Messina e Siracusa sono andate in tilt. Nella città metropolitana il sindaco, De Luca, provocatoriamente, ha chiuso il portone dell’Ente ed ha minacciato di predisporre un licenziamento in massa.

Mentre a Trapani 50 dipendenti a tempo indeterminato sono stati posti in mobilità ed i dipendenti di Siracusa  sono senza stipendio da mesi, oltre che non si può garantire alcun servizio al territorio .
Lo scorso venerdì, una delegazione di lavoratori, accompagnati da Cgil, Cisl e Uil, è stata ricevuta dall’assessore regionale all’Economia, Armao, che, in verità, ha allargato le braccia, ma ha prontamente riferito al presidente della Regione, Musumeci,  da ieri,così ha promesso in contatto  con i parlamentari siciliani a Roma.

Il problema? Semplice. A detta della Regione. Con i tagli imposti dalla Corte dei Conti,pari a  250 milioni di euro, non ci sono soldi per le Province, se non interviene il Governo centrale.

Ma la domanda consequenziale è: dove trovare le somme da parte di Salvini& C, se sono state stanziate misure di intervento che richiedono, almeno i primi tre anni,esborsi?

E così la partita si gioca nell’etere, con  telefonate e messaggi tra Palermo e Roma.

Ognuno scarica sull’altro responsabilità e disastri, anche sei il vero ed unico artefice di questa tragedia annunciata è uno solo,  l’allora presidente della Regione, Crocetta, che ha siglato il patto scellerato con l'ex  governo Renzi, prevedendo il prelievo forzoso agli Enti di secondo grado. Non solo  dalla capitale non avrebbero più inviato stanziamenti, ma, addirittura,  avrebbero detratto cospicue somme ad ogni ente locale.

In cambio di cosa? Nessuno lo sa, ma si vocifera che Crocetta abbia  messo sul tavolo una ipotetica  candidatura alle elezioni politiche e non solo per lui, ma anche  per una altro personaggio politico famoso.

Queste, però, sono solo supposizioni,anzi  voci di corridoio.

Il bello dell’epilogo è il paradosso:  né l’ex presidente della Regione, né il presidente -ombra,in tutto questo strategico scambio sulla pelle delle Province  sono stati candidati mai  da Renzi, il quale, comunque, ha girato le spalle alla Sicilia.

Quindi,come dire? Tanti sacrifici per nulla.

Adesso? Si dovrebbe andare,in rivolta, da Crocetta a chiedere conto e ragione dei suoi misfatti, ma ,pare, addirittura che trascorra molto tempo all’estero.

A questo punto,  la tragedia nella tragedia. E' difficle fare passare il messaggio, tra gli stessi dipendenti che tra un po' ingrosseranno le fila degli esodati ,credendo che mai e poi mai  potrà avvenire l’incombente pericolo chiamato l i c e n z i a m e n t o.

E così anche i sindacati trovano difficoltà ad organizzare una vera manifestazionemassiccia,proprio a causa della mancata presa di coscienza  dei lavoratori.

Per non parlare degli utenti, in balia di strade chiuse, scuole al freddo, disabili a casa.

Allora l’input è: tutti a Palermo, a protestare ad oltranza. Qualcuno dovrà pure accorgersi dei disastri. 

Non c’è più neanche un secondo da perdere.

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Categorie: La Provincia, PoliticaNumero di visite: 3844

Tags: Province Crocetta Musumeci armao

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