Luigi Patitucci, designer, storico e critico del design, da quattro anni fa la spola con Enna ed il suo hinterland.
Ed ogni volta dice di rimanere sorpreso dalla vivacità del territorio e degli addetti ai lavori.
Il capoluogo ennese è, dunque, terreno fertile per il suo estro, al punto che l'artista ritorna nel territorio, motivato dalla voglia di fare.
Ad Enna e ad Aidone, negli anni passati, ricorda di avere tenuto studi ed approfondimenti di public designer.
In quelle occasioni per la prima volta l’artista ha presentato il suo lavoro,"Public Design Game. Design therapy for a lollipop community", selezionato successivamente per Design City Milano 2016 e presentato nel teatro Agora' della Triennale di Milano.
A proposito di Triennale, ecco che Patitucci si trova nel capoluogo ennese, la scorsa settimana, per partecipare ad un workshop sul Public Design, con Claudio Gambardella, associato di Disegno Industriale a Napoli, oltre che protagonista della promozione dell'handmade in Italy.
Con lui anche Arturo dell'Acqua Bellavitis, presidente della fondazione della Triennale di Milano e docente del Design al Politecnico di Milano.
Grandi nomi,questi, nel mondo del settore più accreditato del momento, cui si affianca Giulio Iacchetti, “Compasso d'Oro ADI” per la posata "Moscardino" che ha fatto tappa , mesi addietro, prorio ad Enna.
La, città per la sua eccentricità, secondo il creativo, mette in campo tutta la la sua energia logistica, professionale ed organizzativa,grazie anche agli esperti che vi lavorano stabilmente.
Tra questi, Alice Albanese, padrona di casa,nella sua galleria di arte, ad Enna bassa, che ha ospitato l'artista in diverse iniziative,a firma Patitucci, come le sue “Lectio”, presentazioni di testi sul design.
Attualmente, proprio nella galleria di Alice, si tiene una mostra del designer che raccoglie opere, frutto di diverse ricerche, dal tema “Superpoteri, dall'eta' classica del mito sino ai nostri giorni. Da Ovidio a Lady Gaga.”
Personaggio poliedrico, l'artista utilizza tecniche di rappresentazione diverse, realizzate con strumentazioni che vanno dall'olio su tela, allo strumento ecografico, sempre e comunque agganciate alla espressività della figurazione.
Nella vernissage, aperta al pubblico, ancora per due settimane, il creativo punta al recupero del patrimonio iconografico artistico siciliano che copre due millenni di vita con i suoi lavori " puramente originali."
Niente ispirazioni a pittori di fama, anche se Patitucci confessa di avere coltivato “grandi amori giovanili”, come Picasso e Bacon, poi Hirst.
Il successo delle sue opere, però, è tutto frutto della sua genialità e dell'attenzione dei giovani, particolarmente interessati alla sua arte post moderna, con richiami alla storia.
Studenti o professionisti alle prime armi sono il pubblico più attento e “fortemente coinvolto “ dalla tecnica originale che sa di arte di immagine, ma anche di tecnologia.
In una parola sola di futuro.