Si tratta di amore.. ce l'hai o non ce l'hai.
Ci riferiamo alla scienza più antica della storia. Alle sue dèfaillances, ma anche alle soddisfazioni ai tesori tramandati da secoli.
Una studiosa ennese è Serena Raffiotta che si può definire “ figlia d'arte.” Il papà, noto magistrato ennese, in pensione, coltiva da una vita la passione per l’antichità. Si può dire che sin da bambina sia cresciuta a pane ed archeologia.
“Proprio così. E’ stato lui a trasmettermi l’amore e la curiosità per la storia del nostro territorio.”
Tutte le estati la famiglia Raffiotta si trasferisce nella casa di campagna, a due passi da Morgantina.
E Serena, oltre a giocare con le bambole, guarda con curiosità i resti dell'antica città. “Ho calpestato letteralmente i ruderi quando ho imparato a camminare.” Il sito pre-ellenico comincia ad essere così familiare che nel lungo periodo d’oro legato agli scavi, la piccolina passa ore ed ore ad osservare la missione americana, capeggiata da Malcolm Bell.
Quella curiosità man mano si trasforma in passione che cresce di anno in anno finché, la tappa dell’università è scontata: laurea in archeologia. Con “obbligatorio” riferimento a Morgantina.
Da lì si apre una lunga serie di attività a 360 gradi, dedicata al sito e ai suoi reperti. Serena Raffiotta comincia a lavorare come libera professionista 15 anni addietro in Sicilia, e nell' hinterland ennese.
Beni culturali ed archeologia, oltre la sua famiglia e i suoi figlioletti, sono le passioni della sua esistenza.
Comincia a collaborare con Soprintendenze, musei ed enti pubblici. Da un paio di anni lavora come guida turistica, specializzata nel settore, in quella che è la sua zona, ovvero Morgantina, il museo di Aidone e la villa romana del Casale.
Recentemente, dopo il ritorno ad Aidone della testa di Ade, che ha caldeggiato, spendendosi in lungo e largo, viene invitata a tenere conferenze e convegni, non solo in Sicilia,ma nel resto d’Italia proprio per narrare la storia tribolata del rientro.
Nonostante il black out degli stanziamenti per la ricerca archeologica, il turismo del settore siciliano,secondo la Raffiotta, non registrata cali nei flussi. Da sottolineare, però che i visitatori, specie stranieri, si lamentano perchè “non accettano il paradosso di un patrimonio eccezionale,come Morgantina, dalle enormi potenzialità mal gestito, mal tutelato e mal sponsorizzato e del suo museo, dove ogni anno assistiamo alla diminuzione delle risorse a disposizione per la gestione e manutenzione ordinaria.” tutto a causa dei tagli ella Regione e dello Stato.
In primavera,si lamenta la studiosa, il sito viene sepolto da erbacce, come se la vegetazione spontanea fosse una calamità naturale. Anche nel museo può capitare che per mesi il contratto di pulizia venga sospeso per mancanza di fondi, mettendo a rischio periodicamente la chiusura nei giorni festivi o l'apertura per mezza giornata.
Niente di nuovo sotto questo cielo di inadempienze. E' il Paese ed in particolare l'Isola che naviga a vista.
Però si combatte.“Non è questa la Sicilia che meritano di vedere le migliaia di turisti di ogni parte del mondo che non immaginano la gestione all'altezza del patrimonio archeologico e storico-artistico. Da guida turistica spesso mi vergogno a dover giustificare situazioni illogiche come l'incuria, la sporcizia o la carenza totale di servizi ormai basilari come un bar, un bookshop o un dèpliant informativo.”
Questi sono i limiti dell’accoglienza, ma la giovane archeologa è convinta che “Un futuro migliore possa esistere e che si possa dare più spazio a tanti giovani professionisti come lei, competenti, appassionati e capaci.”
Andare via dalla Sicilia potrebbe essere una motivazione?
Neanche per idea. “Se abbiamo scelto di restare qui perchè desiderosi di contribuire alla crescita culturale del nostro territorio.” Come dire le piccole soddisfazioni fanno grande la speranza di andare avanti.
Senza paletti o barriere economiche, Morgantina sarebbe una magia unica nel panorama internazionale, come tanti altri luoghi storici dimenticati, ma tanto suggestivi.