Niente da dire. Niente da eccepire e niente da criticare.
Questa mattina, l'università degli studi Kore, appende una medaglia alla sua attività.
La biblioteca, tanto amata, ma anche tanto criticata, è ufficialmente aperta a studenti e pubblico.
Oltre 8 milioni di investimenti in un territorio che non ha di che sfamarsi.
Già. Così il tam tam di chi critica duramente l'opera.
Ma sfugge ai tanti che sono fondi europei e che sarebbero andati persi.
E poi, per gli ennesi, la Kore, oltre che a rappresentare il simbolo della mitologia, ormai è legata allo sviluppo ancora tentennante che può offrire slancio e vigore ad una economia claudicante.
Tra discorsi ufficiali, presenze istituzionali, stamane si nota l'assenza del ministro Franceschini.
Secondo le malelingue, l'esponente del Governo pare abbia avuto l'altolà direttamente dal premier Renzi.
Al di là di queste notizie da gossip, una nota a parte per Sebastian Savoca, impiegato alla Kore e deceduto prematuramente domenica , a causa di un incidente a bordo della sua moto, cui la platea ed i relatori hanno destinato un commovente applauso.
Ma la vita va avanti. Ed ecco i volti soddisfatti dei vertici dell'Università che mostrano la volontà di guardare oltre, coniugando sviluppo, cultura, e, ci si augura, occupazione
La strada della Kore fino a qui è stata ricca di opportunità e di progetti.
Gli atenei, come in ogni città vengono descritti come " il sale della terra".
Definizione,questa, che deve ancora maturare nelle dinamiche culturali e sociali della città, ma anche di tutto il territorio, perchè scommettere sulla formazione di nuove generazioni significa vincere sfide sempre innovative professionali, ma anche economiche